Negli Usa è boom per il bio made in Italy

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di Alessandro Maresca

Secondo partner commerciale per l’Italia nel food & beverage e primo al mondo per import agroalimentare e per il consumo di prodotti bio, gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati più promettenti per il nostro made in Italy. Lo pensa anche il 26% delle imprese bio intervistate da Nomisma per Ice e Federbio.

 

I risultati dell’indagine sulle aziende assieme a quelli di una survey sul consumatore statunitense (link: https://bit.ly/34aCRmf ) sono stati presentati in occasione del lancio ufficiale del progetto ItaBio (link: https://bit.ly/2Wj57it), piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico made in Italy.

 

Con 4,6 miliardi di euro di esportazioni F&B italiane nel 2019 (+11% rispetto al 2018) gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di destinazione del nostro agroalimentare.

 

Forte l’interesse verso il bio, confermato dai numeri del settore, tutti in crescita:2 milioni di ettari coltivati secondo il metodo biologico nel 2018 (+14% rispetto al 2010) e 18.166 operatori nel comparto (+38% dal 2010 al 2018).

 

I consumatori statunitensi mettono l’Italia al primo posto nella classifica “origine di qualità”, sia relativamente ai prodotti alimentari in generale (28% indica “Italia” quando pensa alle eccellenze del food & beverage) che per quelli a marchio bio (26%). Il 71% degli statunitensi percepisce una qualità superiore del prodotto bio tricolore rispetto a quello di altri Paesi, tanto che più di 8 su 10 sono disposti a pagare un prezzo più alto per avere la garanzia del made in Italy nel bio.

 

Per il prossimo 29 gennaio 2021 è previsto un focus sulla Cina dove Federbio ha siglato un accordo (link: https://bit.ly/3oVxZd0) con China Organic Food Certification Centre (Cofcc). 

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