La Cina è un’opportunità di business. Al via una missione economica per le aziende emiliano-romagnole. Report di Francesca Caggiati per Arga

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La Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con la Fondazione Italia-Cina, sta organizzando la missione a Hong Kong e Guangdong che si svolgerà dal 12 al 18 novembre 2012, con la partecipazione della Rappresentanza Ufficiale del Governo di Hong Kong presso l’UE, Invest HK, l’Hong Kong Trade Development Council, l’Istituto per il Commercio Estero e la Banca Monte dei Paschi di Siena.

La missione è incentrata ad instaurare rapporti di partnership commerciale tra le aziende emiliano-romagnole e le aziende locali. Ogni azienda avrà una propria agenda personalizzata di visite aziendali e si recherà direttamente presso le imprese cinesi.

L'evento sarà di carattere multisettoriale, con focus particolare sui settori d'eccellenza della regione Emilia-Romagna, come moda e beni di lusso, beni di consumo, agroindustria e meccanica.

Per ulteriori informazioni e per aderire all’iniziativa è possibile contattare:
Thomas Rosenthal, Fondazione Italia-Cina
rosenthal@italychina.org
Camilla Bosi, Regione Emilia-Romagna
cbosi@regione.emilia-romagna.it

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Della Cina come opportunità di business per l’agroalimentare si è parlato a Parma nel corso di un workshop per aziende alimentari e stampa, seguito per Arga da Francesca Caggiati. Ecco una sintesi del suo esaustivo report, che sarà pubblicato integralmente sul prossimo numero di Omnis Magazine.


La Cina è la seconda potenza economica mondiale dopo gli USA e nell’arco del prossimo ventennio diventerà la prima. È il secondo importatore al mondo ed è importatore netto di prodotti agricoli dal 2003. Questo trend continuerà, con una crescita della domanda di generi alimentari più elevata della produzione interna, in quanto la già numerosa popolazione, in continuo aumento e con redditi crescenti, richiede una maggiore quantità di prodotti. Beni tradizionali della dieta cinese come i cereali ed i tuberi stanno lasciando strada a cibi non tradizionali come la carne e la frutta.

Il paniere di consumi cinesi, grazie anche al processo di urbanizzazione in atto, si sta modificando velocemente ed è sempre più ricettivo di nuovi prodotti di importazione.
Se nel 2005 per raggiungere l’80% della classe media era sufficiente essere presenti nelle sessanta città più importanti, oggi bisogna essere supportati da una rete distributiva in oltre centocinquanta città, che nel 2020 supereranno quota duecento.

Nonostante il Governo cinese stia incoraggiando i consumi interni, per bilanciare il minore export dovuto alla crisi economica in atto, le vendite al dettaglio sono in crescita del 10-12% e rappresentano complessivamente il 36% del PIL.

È chiaro che con questi numeri l’ingresso in Cina è diventato un imperativo strategico per le nostre imprese.




Daniele Cobianchi, Ceo di Ogilvy, ha delineato i profili dei nuovi consumatori cinesi individuando i tre segmenti più interessanti: i giovani, la classe media e le donne, a cui si aggiungono i “prosumers”, giovani molto attivi sul web che riescono ad influenzare le scelte di acquisto della loro cerchia di amicizie. Con una comunicazione mirata si riescono ad ottenere ottimi risultati in termini di fidelizzazione (acquisto e riacquisto), notorietà del marchio e qualità percepita.
Non bisogna però tralasciare né sottovalutare i rischi e le difficoltà che si incontrano in questo Paese, che sono elencati a titolo esemplificato e non esaustivo di seguito.

Anche la promozione riveste un ruolo di primaria importanza. Paolo Cuccia ha presentato quella multicanale e multimediale di Gambero Rosso, di cui è presidente. Tra i principali obiettivi del titolato editore c’è quello di far conoscere le eccellenze italiane all’estero, organizzando eventi di degustazione e seminari d’approfondimento di forte impatto mediatico. La guida Vini d’Italia da anni tradotta in inglese e tedesco nel 2012 uscirà per il secondo anno in cinese. Sarà venduta nelle migliori librerie cinesi, presso i bookshops di aeroporti, enoteche, agli importatori e distributori del settore enologico. Inoltre sarà proposta ai membri di Wineclub ed abbonati a riviste di settore.
Gambero Rosso sta realizzando anche un inserto mensile dedicato al vino italiano. per il magazine cinese Wine, che è la prima e più autorevole rivista specializzata in vino della Cina rivolta ai 40 milioni di cinesi della classe media e alta, che desiderano sapere dove consumare e dove comprare il vino. I lettori della rivista sono alto spendenti, appassionati di vino e della sua cultura.

Antonio Cellie, CEO di Fiere di Parma, ha mostrato alcuni dati su CIBUS, la manifestazione di riferimento dell’agroalimentare italiano, la cui prossima edizione si terrà nel 2014. Grazie al programma di incoming dedicato, la quota di buyers asiatici ospitati nelle ultime edizioni è progressivamente aumentata raggiungendo il 25% nel 2012. Inoltre ha presentato un’indagine sui mercati asiatici corredata da un focus sull’export italiano all’estero che evidenzia un vero boom dei prodotti da forno e farinacei con un incremento nel primo trimestre di quest’anno di oltre l’82% rispetto al primo trimestre del 2011 e un considerevole incremento anche per frutta e ortaggi lavorati e conservati, solo i prodotti delle industrie lattiero-casearie sembrano segnare il passo con un decremento di mezzo punto. Altri due importanti appuntamenti che vedranno protagonista Fiere di Parma sono il CIBUS Global Forum che si terrà nel quartiere fieristico emiliano il prossimo anno, come illustrato più nel dettaglio nel riquadro di seguito e il Thaifex, la fiera alimentare di riferimento per il bacino asiatico, che si terrà a Bangkok dal 22 al 26 maggio 2013, in cui CIBUS ed Anuga organizzeranno una collettiva di aziende italiane.




L’export italiano di alimenti è un settore in continua crescita, anticiclico, che ha raggiunto nel 2011 i 30 miliardi di euro superando il settore della meccanica. Come ha evidenziato nel suo intervento, Piergiuseppe Facelli, Direttore Ufficio Rapporti Internazionali del Ministero della Salute, molto ancora si può fare considerato che in Italia sussistono alcune malattie che penalizzano l’esportazione e che i rapporti con le Istituzioni cinesi non sono fluidi.

Il mercato cinese è della massima importanza per il nostro export alimentare, soprattutto in una prospettiva futura, ma serve un maggiore coordinamento tra iniziative pubbliche e private, affinché venga recepito a tutti i livelli il concetto che gli alimenti italiani sono al massimo livello di sicurezza sanitaria. Allo stesso modo è necessario pressare le Autorità cinesi verso un adeguamento agli standard sanitari internazionalmente riconosciuti superando così alcuni ostacoli e a stilare un Accordo di cooperazione economica Italia-Cina con una Commissione mista che si riunisce annualmente per affrontare le questioni economiche bilaterali.

La Cina come mercato di sbocco per superare la crisi? Di sicuro interesse per l’export dei prodotti agroalimentari italiani, ma non privo di “insidie” per le aziende che intendono operare in un Paese lontano dal nostro, non solo dal punto di vista geografico ed in cui prima di iniziare a raccogliere i primi frutti è necessario sostenere costi iniziali anche ingenti. Non esiste per fortuna una sola strada per entrare nel mercato cinese, ma tante possibilità di inserimento che passano dalle joint venture, ai corner nei punti vendita. Ogni azienda deve studiare la soluzione migliore.

Francesca Caggiati
francesca.caggiati@tin.it

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