Orticoltura in crisi, il caso Bologna
COMUNICATO STAMPA
La Cia Bologna denuncia la crisi dell’orticoltura, comparto vitale per l’agricoltura bolognese
BOLOGNA,
5 settembre 2014 - “L’orticoltura, uno dei pilastri dell’agricoltura
bolognese, sta vivendo da diversi mesi una profonda crisi”. A dirlo è
Marco Bergami, presidente Cia Bologna (nella foto). Infatti, se da un lato i
quantitativi prodotti sono cresciuti, dall’altro il prezzo corrisposto
agli agricoltori è colato a picco, talvolta addirittura dimezzato, in un
solo anno. Ad esempio se nel 2013 un chilo di bietola nostrana veniva
pagato in media 0,93 euro, nel 2014 si è scesi a 0,67; peggio ancora le
lattughe: l’iceberg passa da una media di 1,17 a 0,84 e la gentilina
verde addirittura da 1,26 a 0,73.
Ci
sono poi altri fattori che mettono in ginocchio gli orticoltori. In
primis il calo dei consumi che, in questi anni di crisi, ha visto
ridurre l’acquisto di verdure di un 7-10%, sia perché il consumatore è
più attento ad evitare gli sprechi che perché il junk food, molto
economico, conquista sempre più il mercato, a scapito della salute dei
consumatori. I nostri agricoltori soffrono poi la concorrenza
dell’industria agroalimentare, che con spinaci surgelati e insalate
pronte porta sulle nostre tavole verdure dalle provenienze più
disparate. Così, la vendita di insalate bolognesi nel primo semestre del
2014 soffre un calo di ben il 30%.
Possiamo
quindi parlare di deflazione, con importanti cali dei prezzi,
nell’ordine del 10-15%, subiti in particolare da insalate miste,
zucchine, carote e finocchi. Rispetto ai volumi, il calo più
considerevole lo hanno avuto le patate, ben l’8,5% in meno rispetto a un
anno fa, e questo calo non è stato certo compensato da prezzi più alti.
“La
situazione rischia di diventare tragedia, considerando l’importanza del
comparto orticolo per il nostro territorio, dove va a costituire oltre
il 10% della PLV (produzione lorda vendibile)” continua Bergami.
“Bologna è una delle poche città in Italia in cui, grazie alla cintura
verde da cui è circondata, è possibile portare in tavola ogni giorno
ortaggi freschi locali, ma è necessario far conoscere e apprezzare ai
consumatori questa ricchezza del nostro territorio e trovare il modo di
aiutare i nostri orticoltori nelle annate difficili come questa”.
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