Celiachia, incremento del 10% all’anno. A Parma il Forum sulla Sana Nutrizione (16-18 maggio)
Perché le diagnosi di celiachia sono in grande aumento? E’ sufficiente la maggior attenzione verso questa intolleranza alimentare da parte della classe medica, unitamente alla disponibilità di test sempre più validi per svelarne l’esistenza, per spiegare questa vera e propria esplosione di casi di celiachia? Anche se lo sviluppo delle conoscenze ha favorito in maniera sensibile l’incremento delle diagnosi, altri fattori sono sicuramente coinvolti nell’incremento diagnostico della celiachia, malattia autoimmune che può essere definita come un’intolleranza permanente al glutine, componente proteica di alcuni cereali. Fra questi il dato che oggi la popolazione mondiale consuma una maggior quantità di cereali e che quelli attualmente utilizzati sono assai più ricchi di glutine di quanto non fossero quelli del passato.
Questo
aumentato carico di glutine potrebbe spiegare lo sviluppo progressivo
di nuovi casi di intolleranza al glutine che hanno portato in pochi anni
il numero delle diagnosi a raddoppiarsi arrivando a 135.000, con un
incremento di circa il 10% all’anno negli ultimi 5 anni mentre il numero
teorico di celiaci dovrebbe essere intorno ai 600.000 (dati 2011
dell’ultima relazione al Parlamento sulla celiachia presentata nel 2012 –http://www.salute.gov.it/ - vedi 2 tabelle allegate).
Le
prolamine e le glutenine ad alto peso molecolare contenute nel
frumento, nella segale, nell’orzo, nel farro e nel kamut sono in grado
di innescare nei celiaci una serie di alterazioni del sistema
immunitario in grado di portare ad un severo danno dell’intestino tenue
con conseguente perdita dei villi intestinali e comparsa di quella
mucosa piatta che è la caratteristica istologica di questa patologia.
Anche se l’intestino tenue rimane il principale, ed in molti casi, unico
organo-bersaglio, la celiachia può assumere, in una discreta
percentuale di celiaci, le caratteristiche di una malattia sistemica con
interessamento di numerosi altri organi ed apparati, tra i quali le
ghiandole endocrine, il sistema nervoso centrale e periferico,
l’apparato cardiovascolare, il sistema connettivo e osteoarticolare, il
fegato ed il sistema emopoietico.
L’elemento
scatenante la celiachia è, quindi, il glutine che per innescare i
meccanismi immunologici patogenetici, necessita comunque di una
particolare predisposizione genetica che viene a ricoprire un ruolo di
primo piano nella diagnosi della malattia celiaca.
Un’altra
domanda di grande attualità è se si nasce celiaci, con sviluppo
immediato dell’intolleranza al glutine nell’infanzia non appena vengono
introdotti nell’alimentazione cereali che lo contengono, o se invece si
diventa celiaci lungo il decorso della vita a fronte dell’intervento di
fattori ambientali scatenanti. L’esperienza degli ultimi decenni ha
chiaramente dimostrato che non si nasce celiaci, ma lo si diventa nel
corso della vita e che qualsiasi età della nostra esistenza può segnare
l’inizio di questa malattia.
“Anche
alcuni fattori ambientali possono svolgere un ruolo determinante nello
scatenamento della celiachia a cominciare dalle infezioni come quelle da
Rotavirus o da Adenovirus e altri ceppi virali, così come
gastroenteriti di natura batterica contratte dopo un viaggio in paesi
con condizioni igieniche non ottimali o infezioni da parassiti. – spiega il Prof. Umberto Volta, Responsabile
della struttura semplice di malattia celiaca e sindromi da
malassorbimento al Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna e Presidente
dei consulenti scientifici nazionali dell'Associazione italiana
celiachia (Csn-Aic) - Fra gli altri fattori ambientali
in grado di provocare lo sviluppo della celiachia in soggetti
geneticamente predisposti bisogna ricordare la fase del puerperio dopo
una gravidanza trascorsa in modo del tutto regolare o stress legati a
gravi dispiaceri (ad esempio lutti familiari) o ad interventi
chirurgici. Di esempi di questo tipo tutti gli esperti di celiachia sono
in grado di citarne a decine. E’ chiaro che tutto ciò non fa altro che
confermare che per il manifestarsi della patologia è necessario un
habitus genetico ben definito su cui agiscono fattori ambientali in
grado di far insorgere la celiachia in qualsiasi età della vita, anche
in quella geriatrica”.
Ma
l’ambito della patologia da glutine si è arricchito negli ultimi tempi
di una nuova realtà rappresentata dalla sensibilità al glutine non
celiaca (SGNC) la cui definizione, condivisa da un panel di massimi
esperti internazionali in materia alla 2nd Consensus Conference on
Gluten-Related Disorders, tenutasi a Monaco di Baviera nel dicembre
2012, è quella di una sindrome caratterizzata da molteplici sintomi
intestinali e/o extraintestinali correlati alla assunzione di glutine,
che migliorano o scompaiono dopo l’eliminazione del glutine e che
recidivano quando il glutine è reintrodotto nella dieta, in soggetti in
cui è stata esclusa preventivamente la diagnosi di celiachia e di
allergia al grano.
L’attenzione
crescente dei ricercatori di tutto il mondo e dei media per la SGNC
hanno spinto l’Associazione Italiana Celiachia (AIC) e la Fondazione
Celiachia (FC) a scendere in campo per cercare di far luce sui vari
aspetti ancora oscuri di questo disordine correlato all’assunzione di
glutine. AIC e FC hanno pertanto deciso di istituire il comitato
scientifico laico sulla sensibilizzazione al glutine non celiaca sotto
la coordinazione scientifica dei Professori Gino Roberto Corazza
(Pavia) ed Umberto Volta (Bologna) e, come primo passo, del suddetto
comitato, di promuovere una indagine prospettica sulla SGNC mediante la
compilazione di un questionario inviato a centri di diagnosi per la
celiachia.
Il
Prof. Umberto Volta sarà presente al convegno “Nutrizione &
Crescita” per approfondire il tema della SGNC che si svolgerà il 17
maggio alle ore 14 nell’ambito di “Pianeta Nutrizione &
Integrazione” - IV Forum Multidisciplinare sulla Sana Nutrizione, in
programma alle Fiere di Parma (16-18 maggio 2013).
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PER INFORMAZIONI ALLA STAMPA:
Anna Feola - Ufficio Stampa “Pianeta Nutrizione & Integrazione”
333 2135978 – anna_feola@libero.it
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