I Lambrusco-heroes per il territorio
Per gentile concessione di italianwinetour.info
Con Custodi del Lambrusco, nasce un’associazione di 26 produttori di Modena e Reggio Emilia per promuovere la qualità del prodotto e il potenziale di ospitalità
Si chiamano Custodi del Lambrusco, sono 26 produttori delle province di Modena e Reggio Emilia e si sono uniti, in un’iniziativa che non vuole essere necessariamente “di rottura” rispetto alla realtà del Consorzio di tutela – formato comunque da grandi aziende cooperative che seguono logiche diverse – per esprimere al massimo il potenziale di un territorio in forte crescita sia enologica sia turistica. Il potenziale è altissimo e perlopiù inespresso, nonostante la presenza su Modena di realtà come la Ferrari, Massimo Bottura con il suo sistema di alta ristorazione e ospitalità, tanti prodotti tipici di Modena e Reggio la cui fama varca ogni frontiera (Parmigiano Reggiano, Aceto Balsamico Tradizionale…) e di sua maestà il Lambrusco, che potrebbe rappresentare un richiamo per le visite in cantina altrettanto potente, ma oggi l’enoturismo è ancora “quasi” all’anno zero. E chissà che proprio la “rivoluzione gentile” rappresentata dalla nascita dei Custodi del Lambrusco non possa rappresentare l’occasione per spiccare il volo, attraverso una politica efficace di promozione nazionale e internazionale condotta da aziende che sono in grado di svolgere questo compito. Un compito che non può appartenere alle cantine sociali, perché sono l’espressione di soci conferitori e non di aziende private che investono in accoglienza. E non può essere neanche, per ora, svolto dal consorzio, che segue altre logiche e altri obiettivi.
GRANDI E PICCOLI, STORICI E NUOVI
Tra i 26 soci fondatori compaiono perlopiù piccole realtà, ma non manca un nome come Cleto Chiarli che, oltre a essere un rappresentante “storico” della scena del Lambrusco, fa anche numeri ingenti. Durante la presentazione, i founder si sono messi in fila per firmare pubblicamente il loro manifesto, il cui obiettivo è (ri)scoprire e (ri)posizionare il Lambrusco tra i grandi vini. “Non si tratta solo di tutela, ma di affermazione: il Lambrusco è storia, cultura e identità di un territorio, e merita di essere riconosciuto come tale”, ha dichiarato Fabio Altariva, Presidente dei Custodi del Lambrusco e a capo di Fattoria Moretto. Il quale ha aggiunto: “C’era la necessità di dar vita a questa nuova associazione in un momento abbastanza difficile per il mondo del vino. Probabilmente la nostra iniziativa non verrà letta così, ma siamo convinti che possa servire anche per dare un aiuto al Consorzio di tutela, perché noi piccoli produttori abbiamo sempre lottato per la qualità e ora abbiamo unito aziende grandi e piccole, antiche e nuove, che fanno della qualità del Lambrusco il proprio pensiero comune, superando le divisioni e le barriere mentali. Il prossimo passo è valorizzare e posizionare la qualità del nostro Lambrusco rispetto al prodotto di massa che viene consumato nel mondo”.
LA BATTAGLIA PER LA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO
Sicuramente l’iniziativa dei 26 qualche malumore lo deve aver creato all’interno del sistema Lambrusco, considerando che ha comportato la fuoriuscita degli stessi dal Consorzio di tutela. Altrettanto sicuramente, le logiche seguite da chi propone prodotti dedicati all’alta ristorazione sono diverse da chi opera per la Gdo e con politiche di prezzo altamente aggressive. Da osservatori esterni, pensiamo che la vera battaglia che i Custodi del Lambrusco potranno e dovranno affrontare sarà quella della valorizzazione del territorio, ambito dal quale i big della cooperazione sono tagliati fuori per ragioni endogene. A oggi, non ci sono piani già delineati, come precisa lo stesso presidente Altariva. “Vogliamo lavorare in quest’ambito, perché siamo aziende diversificate per dimensioni e per territorio e intravediamo tante opportunità per l’enoturismo. Metterci in rete per organizzare dei tour da vendere a operatori specializzati? Può essere una bella idea. Ma siamo al ‘giorno zero’ e finora eravamo concentrati nel gestire una presentazione educata, signorile e ben comunicata. Ora inizieremo a creare i programmi”. Altariva ha aggiunto che, a breve termine, l’associazione sarà limitata alle province di Modena e Reggio Emilia, senza sconfinare nelle province di Parma e in quella lombarda di Mantova, anch’esse terre di Lambrusco e di ottimi produttori: “Vogliamo innanzitutto lavorare bene sul terrutorio a noi più vicino, poi domani chissà…”.
LE AZIENDE IN CAMPO
Oltre alle già citate Cleto Chiarli e Fattoria Moretto, i fondatori e componenti iniziali dell’associazione Custodi del Lambrusco sono le aziende Manicardi, Messori, Pezzuli, San Paolo, Ca’ de Medici, Cantina della Volta, Divinja, Ventiventi, Vezzelli Francesco, Zucchi, Cavaliera, Garuti Vini, La Battagliola, La Piana Winery, Le Casette, Lini 910, Marchesi di Ravarino, Opera02, Podere Il Saliceto, Rinaldini Azienda Agricola Moro, Terraquilia, Venturini Baldini, Villa di Corlo e Zanasi.
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