4,5 milioni di alberi nuovi in Emilia Romagna

by - 19:18

 

Bonaccini, Priolo e Pasquali a Bobbio piantano il primo dei 4,5 milioni di alberiAggiungi didascalia

L’Emilia-Romagna mette le radici per il futuro. È stato piantato il 26 settembre a Bobbio, tra i borghi più belli d’Italia, nell’appennino piacentino - la provincia più colpita dalla pandemia - il primo dei 4,5 milioni di alberi, uno per ogni residente, che nei prossimi 4 anni andranno a costituire il nuovo orizzonte verde della regione. 

Il presidente Stefano Bonaccini, insieme all’assessora regionale all’Ambiente, Irene Priolo, alla sindaca di Piacenza e presidente della Provincia, Patrizia Barbieri, e al sindaco di Bobbio, Roberto Pasquali, ha dato il via infatti alla più grande operazione green degli ultimi decenni piantando un carpino, specie adatta alle zone collinari e montane, nel Parco della Resistenza, a margine del convegno che ha visto rappresentanti delle istituzioni ed esperti nazionali e internazionali confrontarsi su cambiamento climatico, ecosistemi e forestazione urbana.

Parte quindi da qui l’attuazione di un piano senza precedenti, sul quale la Regione Emilia-Romagna investe 14,2 milioni di euro, che da subito ed entro fine anno consentirà agli emiliano-romagnoli di mettere a dimora le prime 500mila piante: in giardini, parchi, lungo i corsi d’acqua e negli spazi che vorranno, creando una nuova superficie verde di 500 ettari. 

L’Emilia-Romagna come un grande corridoio verde per migliorare la qualità dell’acqua e dell’aria - attraverso l’assorbimento dei carichi inquinanti e l’abbattimento di polveri e rumori -, per contenere l’effetto serra mediante l’assorbimento di anidride carbonica, per garantire il riequilibrio idrogeologico del territorio e per migliorare la biodiversità attraverso un’azione di tutela della fauna selvatica. Infine, i nuovi boschi avranno anche un ruolo significativo per la socialità come luoghi in cui praticare sport o passare il tempo libero all’aria aperta.  Una possibilità alla portata di tutti: dal 1^ ottobre, ed entro il 31 dicembre, i cittadini residenti in Emilia-Romagna potranno infatti andare nei 21 vivai accreditati dalla Regione – selezionati dopo aver partecipato a un bando nei mesi scorsi - a ritirare gratis il proprio albero da piantare, mentre alle imprese basterà fare un accordo con il proprio Comune per ricevere le piante. Potranno inoltre partecipare enti locali, scuole, associazioni.Sono già 285.427 gli alberi richiesti da 93 enti locali per una superficie di 5,5 milioni di metri quadrati che verranno impiegati, nei prossimi 4 anni, per diffondere il verde, ripristinare ambienti naturali, realizzare imboschimenti e svolgere attività didattiche e divulgative. Un contingente di piante che si aggiunge alle 500mila a disposizione di cittadini, imprese ed enti nel 2020. 

Rigenerazione, nuovi boschi e paesaggio

Tre le direttrici dell’azione regionale. La prima, cui sono destinate 2 milioni e mezzo di piante, interessa la rigenerazione urbana delle città, la riqualificazione del verde urbano e forestale. La seconda, per un milione di piante, è indirizzata a progetti di nuovi boschi, corridoi ecologici e sistemi agroforestali. Infine, un altro milione di piante servirà per interventi di mitigazione delle infrastrutture, compensativi e di riqualificazione paesaggistica.

 Come funziona

Dal 1^ ottobre i cittadini che risiedono in Emilia-Romagna potranno recarsi in uno dei vivai accreditati, distribuiti su tutto il territorio regionale in ogni provincia, per ritirare gratuitamente l’albero da piantare. E senza nessun limite: fino a 100 piante consegnate il vivaista dovrà solo registrare i dati del beneficiario e il luogo dove verranno piantati gli alberi o gli arbusti, mentre in caso di consegna superiore ai 100 esemplari, il vivaista dovrà annotare anche i dati catastali delle particelle nelle quali verrà realizzata la piantagione.

Al momento del ritiro occorrerà solo firmare una dichiarazione d’impegno e poi aver cura della pianta fino al termine del suo ciclo biologico. I tecnici della Regione si impegnano a verificare il 5% delle piante messe a dimora, la salute delle piante stesse e la localizzazione dichiarata.

Anche le imprese possono dare un proprio contributo all’iniziativa, definendo un accordo con il loro Comune che si occuperà di ritirare le piante presso i vivai e consegnare loro il numero di esemplari concordato.

Con loro enti locali, scuole, associazioni.

You May Also Like

0 commenti