Ciao "Cremo", ci mancherai

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Addio a Gabriele Cremonini, giornalista e scrittore
Per uscire di scena, ha scelto la vigilia di Ognissanti. Tra dolcetto e scherzetto, è come se Gabriele Cremonini avesse risposto: scherzetto. Non era più tempo per il dolcetto, per lui che alla gastronomia e ai prodotti bolognesi aveva dedicato buona parte della sua ultima parte di vita, con libri scritti a quattro mani con Giovanni Tamburini sul maiale, pubblicazioni dedicate alla vacca di razza Romagnola, alla Chianina "la regina" e altri ancora.

"Cremo", ci mancherai. Sei stato un esempio nella vita professionale e nella malattia, che hai sempre affrontato a viso aperto, con consapevolezza e determinazione, mai stanco anche se stanco, fino a presentare il tuo ultimo libro, dedicato al Quadrilatero della tua Bologna, pochi giorni prima del congedo da questa vita.

"Cremo" era uno dei nostri, storico associato Arga, presente a fiere e spesso, quando le forze glielo consentivano, agli eventi dell'associazione. Gabriele è stato tante cose nella vita, per lui che è come se avesse vissuto duecento anni e invece se ne è andato a soli 67. Ha scritto e comunicato (sua la direzione comunicazione del Motorshow ai tempi d'oro), ha lavorato per giornali e per la tv come autore, ha pubblicato libri su libri. Un talento di quantità e di qualità.
Arga Emilia Romagna lo piange, ricordandolo come un "grande" della nostra categoria.

Siamo vicini alle amate Gigliola e Chiara, moglie e figlia, certi che ne porteranno avanti la memoria così come tenteremo, nel nostro piccolo, di fare anche noi. (ag)
I funerali di Gabriele si terranno stamane, presso il cimitero della Certosa a Bologna, a partire dalle 10.30.

DAL QUOTIDIANO REPUBBLICA

Addio a Gabriele Cremonini, giornalista e scrittore

Aveva lavorato con Bibi Ballandi e Lucio Dalla. Poi, nel 2007, con "Sputasangue", l'esordio nella narrativa, che non ha più abbandonato. Si è arreso sabato sera alla malattia che l'aveva colpito

Scrittori e musicisti, organizzatori di spettacoli, spettatori e lettori piangono la morte di Gabriele Cremonini, giornalista e narratore, scomparso sabato sera al termine di una grave malattia. Avrebbe compiuto 68 anni a dicembre. Bolognese, Cremonini ha scritto  per il teatro, la tv, la radio, la pubblicità e su quotidiani e periodici. Ha lavorato con Bibi Ballandi nell'organizzazione di eventi televisivi, per i varietà di Gianni Morandi, di Adriano Celentano, di Fiorello, ed è stato stretto collaboratore di Lucio Dalla.
Poi  nel 2007 ha esordito con il romanzo "Sputasangue", pubblicato da Pendragon, storia di tesori e miserie tra i monti dell'Appennino: un successo immediato e grande  (tre ristampe, premio opera prima Rhegium Julii, segnalato al Presidente della Repubblica, selezionato per il Festival du premier roman di Chambéry), seguito da "Amanita" (2009), storia di donne diverse, e "Dinda" (2013) con cui ha completato la trilogia "in nero" ambientata sull'Appennino tosco-emiliano. Assieme a Giovanni Tamburini, dell'omonima salsamenteria, s'era divertito a scrivere "Maiali si nasce, salami si diventa" (due edizioni, la seconda nel 2010 con copertina di Oliviero Toscani). Aveva dedicato una serie di racconti e ritratti alle stanze dell'Hotel Roma,  "Dove sognano gli artisti" (2009).
Sulla sua pagina Facebook, Antonio Bagnoli, il suo editore, lo ricorda così: "Dodici libri in nove anni... quante cose abbiamo fatto assieme! E la foto che usavi come profilo, con Napolitano che ti consegnava il premio per Sputasangue, mi fa ricordare che ci siamo conosciuti perché Roberto Roversi mi segnalò questo tuo primo romanzo. È stato uno dei due soli libri che Roberto mi chiese di pubblicare, in 18 anni... Sei stato un uomo straordinario, ma io credo anche che tu sia stato un grande scrittore".
Aveva un talento grande e multiforme; in "O Capitano! mio Capitano!" , sulle vicende dei capitanati di Castel di Casio, aveva riproposto con strabiliante capacità mimetica le prose dei secoli antichi. A Claudio Morandini, che gli chiedeva del suo rapporto con il romanzo storico, aveva risposto così: "Consulto maree di documenti: ho imparato a leggere le calligrafie del Cinquecento, ma anche di secoli prima, e a decodificare tutti i segni particolari, le abbreviazioni, ecc. Ma per lo più mi baso sul lavoro, prezioso, di chi anche nei secoli che ci precedono ha raccolto e analizzato materiali. Poi, più che le storie mi interessa sviluppare il linguaggio".   E poi era venuto ancora un libro su "La mia bella Romagnola" (2010), storia della vacca di razza Romagnola, e un altro su "Chianina la regina" (2012), dedicato alla vacca di razza Chianina. La presentazione de "Il cuore quadrato di Bologna" (2015) aveva raccolto sotto le volte del portico della libreria Nanni una folla di fan. La stessa che oggi piange la sua scomparsa.

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