L’Aceto Balsamico Tradizionale di Nonantola all’Expo

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di Gian Luigi Casalgrandi

Racchiusa tra i fiumi Secchia e Panaro, la provincia di Modena è caratterizzata da un micro clima particolare che contribuisce fortemente all’alta qualità delle sue produzioni agricole, in particolare quelle dei vini: Lambrusco e il profumatissimo Trebbiano di Spagna. Di Spagna perché proveniente dalla zona dello Jerez e precisamente dal comune di Trebujena, da cui ha preso il nome. Fu il duca di Modena Francesco I d’Este che nel 1638, di ritorno da quelle terre, importò il vitigno che proprio qui, dopo opportuni adattamenti, trovò il suo habitat naturale. Ed è da questa particolare uva che si ricava il mosto cotto, da cui si ottiene il famoso ed unico nel suo genere “Aceto Balsamico Tradizionale di Modena”. Una delle tante peculiarità italiane, portate all’Expo da un giovane imprenditore di Nonantola, Giuseppe Pedroni (figlio del noto Italo, patron dell’osteria di Rubbiara) cui è toccato anche l’onore di essere raffigurato in una delle 22 statuette che accolgono i visitatori della grande vetrina mondiale dedicata al cibo. Statuine, quasi tutte dedicate a giovani imprenditori sconosciuti, che non stanno ferme ad aspettare, ma stanno lavorando per creare una rete e un’associazione, con le finalità di promozione del territorio, delle eccellenze, della “coltura” agricola, perché tutto nasce dalla terra, poi si trasforma ad opera dell’uomo. La “Terra” è l’unico bene che non puoi esportare, e non si sposta, è per sempre! Su questa base l’economia, anche quella modenese, può essere ripensata: con attività meno impattanti e più rispettose della natura.

Nella foto: Giuseppe Pedroni

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