Quote latte, la posizione di Cia Emilia Romagna
BOLOGNA 12 LUGLIO 2014 – “L'azione di pochi disonesti rischia di provocare un danno enorme alla nostra economia e all'agricoltura, penalizzando oltretutto chi ha rispettato le regole e si è attenuto alla legge. Bisogna quindi affrontare al più presto il problema e cercare una soluzione valida che eviti un nuovo oneroso esborso per il Paese”. Così Antenore Cervi, vice presidente della Cia Emilia Romagna commenta il procedimento della Commissione Ue che esorta l'Italia a regolarizzare la pendenza di circa 1,4 miliardi di euro, frutto dello splafonamento delle quote latte da parte dei produttori del nostro Paese nel periodo 1995/2009.
“È un problema che la Cia aveva più volte denunciato, anche con iniziative di piazze, in difesa dei produttori di latte che hanno operato attenendosi alle disposizioni legislative sia europee che nazionali. Ora il nodo, come era prevedibile, è venuto al pettine e rischiamo l'infrazione nei confronti dell'Ue. Ci sono gravi responsabilità -afferma Cervi- da parte di chi all'epoca ha gestito la vicenda che adesso rischia di aggravare la già difficile situazione economica e quella della nostra agricoltura”.
La Cia, prosegue il comunicato, ha sempre sostenuto che l’annosa vicenda delle quote latte andava chiusa una volta per tutte e, invece, non si è deciso nulla, anzi si è cercato di coprire chi non ha avuto rispetto delle regole.
L’odierna richiesta dell'Ue non è, dunque, una sorpresa e la Confederazione emiliano romagnola ritiene che sia giunto il momento non più rinviabile che il governo trovi una soluzione definitiva alla vicenda. “Tra l’altro in ben due occasioni, nel corso degli anni – conclude Cervi - è stata data l’opportunità ai produttori di sanare la loro posizione, attraverso rateizzazioni e facilitazioni. Il problema è ancora aperto perché alcuni si sono messi in regola, altri hanno continuato a non pagare”.
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