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Piacenza ed Expo 2015: intervista al presidente della Provincia, Massimo Trespidi

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Per gentile concessione di News Age Agro
http://www.newsageagro.com/content/piacenza-expo2015-trespidi-provincia-adesso-bisogna-correre-e-puntare-su-pochi-progetti-ma


PIACENZA – E’ l’unica città dell’Emilia Romagna a partecipare a Expo2015 e ha già acquistato, il 27 gennaio, un proprio stand nel Padiglione Italia. Piacenza e i suoi gioielli - pomodoro (progetto bandiera), salumi, vini e un territorio ricco di arte, cultura e bellezze naturali - resteranno esposti al mondo per sei mesi: dal 1° maggio 2015 al 31 ottobre. Il presidente della Provincia, Massimo Trespidi, da sempre sostenitore della scelta di portare il territorio fuori dai suoi confini, ha applaudito alla firma dell’acquisto dello stand nel Padiglione Italia e ha ricordato: «Noi siamo stati i primi a stanziare 100mila euro. Adesso bisogna correre». Il progetto Piacenza è in fase di definizione da parte di Silvio Ferrari, il presidente dell’Ats composta di 24 realtà istituzionali e imprenditoriali locali.
Presidente Trespidi ha tirato un sospiro di sollievo al momento della firma per l’acquisto di “Piazzetta Piacenza”?
«Sì, ha tirato un sospiro di sollievo al momento della firma».
Dopo la firma, il progetto. Che cosa si farà nello spazio del Padiglione Italia?
«Gestire l’affitto di sei mesi e definire gli eventi è compito della Ats (Associazione temporanea di impresa che raccoglie 24 tra enti, consorzi e istituzioni, ndr). Aspettiamo il master plan».
Ma lei avrà qualche idea per lanciare il territorio e le sue peculiarità legate all’agroalimentare…
«Certo, occorre puntare sulle eccellenze: si devono fare poche cose, ma di qualità. Io ho delle idee, ma, ripeto, attendo prima di vedere il master plan. Provincia, Comune, Ats, Fondazione di Piacenza e Vigevano, le due università (Politecnico e Cattolica) e PiacenzaExpo rappresentano il Consiglio di indirizzo. Anche loro, valutato il master plan, daranno i loro indirizzi».
Che cosa è stato fatto finora?
«Dal 2012, la provincia insieme con la Fondazione, l’Unione industriali, Piacenza Alimentare - il braccio operativo - la Camera di commercio, ha avviato un progetto, tuttora in corso,  per promuovere i prodotti e il territorio. E tra questi c’è stato il progetto Autogrill (prodotti piacentini venduti nelle aree di servizio, ndr). Non siamo all’anno zero. IN questo risultato c’è il metodo di fare rete, che anticipa il metodo di Expo».
Che cosa resta da fare e qual è la sua opinione su ciò che è stato realizzato fin qui?
«La firma di 28 soggetti partecipanti alla Ats  per andare verso Expo2015 e l’acquisto della piazzetta sono due risultati eccezionali ottenuti in tempo breve e con un gran numero di partecipanti».


(Massimo Trespidi, presidente della Provincia di Piacenza - foto gisimage. Sotto, la firma di Piacenza per lo spazio a Padigione Italia il 27 gennaio 2014. Al centro il presidente di Padiglione Italia, Diana Bracco)

Ritiene che ci siano stati ritardi?
«Io sono abituato a correre (Trespidi è un vero runner e non perde un’edizione della Placentia Marathon, ndr). C’è chi ha camminato. Ritengo che sia stata lenta la fase di firma per l’acquisto della piazzetta, perché la volontà di andarci era chiara da tempo. E’ ora che chi trarrà i benefici economici faccia fronte ai propri impegni secondo il proprio ruolo».
Come valorizzare le eccellenze piacentine?
«Le eccellenze ci sono. Dobbiamo farle vedere e gustare ai visitatori che verranno in piazzetta e che noi dovremo poi accompagnare in città e sulle nostre colline».
L’abolizione delle Province comporta anche la chiusura di un centro fondamentale per il settore primario: il Servizio agricoltura. Verrà cioè meno la programmazione. Quali saranno le ripercussioni?
«Il disegno di legge Del Rio è demenziale. Non prevede competenze e funzioni delegate per chi dovrà gestire la partita dell’agricoltura. Questa amministrazione ha attuato tre progetti a sostegno del mondo agricolo. Il primo è “adotta la terra” con 250mila euro stanziati; il secondo è l’agevolazione del credito bancario, per cui abbiamo impiegato 150mila euro; il terzo riguarda la sicurezza delle aziende agricole, che ha visto un finanziamento di 250mila euro».

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