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Intesa tra cinque regioni per il rilancio della pioppicoltura, dichiarazione dell'assessore Tiberio Rabboni

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Bologna - E'  una fonte di materia prima importante per l’industria del mobile, ma offre anche interessanti opportunità dal punto di vista ambientale, paesaggistico e della biodiversità. E’ la   pioppicoltura, un’eccellenza dell’agroindustria italiana, che tuttavia sta attraversando  una fase di declino. Per questo le Regioni Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia,  insieme ai rappresentanti delle Associazioni agricole, dei pioppicoltori, dell’industria del legno e della carta, hanno firmato nei giorni scorsi a Venezia un’intesa per il rilancio della filiera del pioppo. “Con questo accordo – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – vogliamo  individuare  adeguate forme di sostegno a questa coltura nell’ambito della nuova Pac  e delle misure del Programma di sviluppo rurale 2014-2020, partendo dal riconoscimento delle valenze ambientali della pioppicoltura, sia per quanto riguarda la capacità di assorbimento dei gas serra, che per la gestione delle aree golenali e di espansione dei fiumi.”
Il pioppo rappresenta tradizionalmente un elemento tipico del paesaggio agricolo dell’area padana. A partire dalle aree fluviali dove può  contribuire a regolare il deflusso delle acque, contrastando i fenomeni di dissesto e a svolgere  un’ utile azione di fitodepurazione. Soprattutto se praticata  seguendo le indicazioni internazionali di certificazione forestale Fsc e Pefc o lo specifico disciplinare regionale di produzione integrata, la pioppicoltura  non comporta problematiche di tipo ambientale e  richiede rispetto ad altre colture agrarie annuali un ridotto utilizzo di fitofarmaci.
In Emilia-Romagna le superfici coltivate a pioppo sono passate dal 1990 a oggi da 12 mila e 3 mila ettari. Una riduzione che ha interessato, sia pur con andamenti diversi, tutta l’area padana e che è da ricondurre  in particolare alla minore competitività economica di questa coltura rispetto ad altre produzioni agricole. Da qui l’accresciuta dipendenza dall’estero per quanto riguarda il legno di pioppo che rappresenta un ‘importante materia prima per l’industria del legno e della carta.

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