"Dal seme al cibo". Successo e presenze autorevoli al convegno sul valore aggiunto della cooperazione
“La sicurezza alimentare è minacciata da numerosi fattori,
quali il sensibile aumento della popolazione mondiale (ogni giorno la terra
deve nutrire 220.000 persone in più), il diffuso fenomeno dell’urbanizzazione,
che sottrae le superfici più fertili all’agricoltura, la crescente coltivazione
di produzioni a scopi energetici, il profondo mutamento delle abitudini
alimentari con un sempre maggiore spostamento verso la dieta proteica. In un
simile scenario, il numero delle persone che quotidianamente rischia la fame,
già oggi drammaticamente vicino a quota 800 milioni, a cui si aggiunge un altro
miliardo che vive ai limiti della sussistenza, è destinato a salire
ulteriormente nei prossimi decenni quando la popolazione aumenterà dagli
attuali 7 miliardi ai quasi 9 previsti per il 2050”.
È
questo l’accorato allarme lanciato da Romano
Prodi, presidente Fondazione Popoli, al convegno “Dal seme al cibo, il valore aggiunto della cooperazione”
organizzato a Bologna dall’Alleanza delle Cooperative Italiane e moderato
da Rosario Altieri, presidente
nazionale AGCI.
“Di
fronte a tali esigenze – ha proseguito Prodi – dovremo quindi avere sempre più
cibo, ma l’attuale organizzazione dell’agricoltura mondiale non è purtroppo in
grado di rispondere a questa sfida. Dopo la grande rivoluzione verde, che tra
gli anni Sessanta e gli anni Ottanta del secolo scorso ha aumentato la
produttività agricola mondiale al ritmo del 4% annuo, siamo entrati infatti in
una fase in cui questa progredisce a mala pena dell’1% annuo”.
Sulla
stessa lunghezza d’onda anche Stefano
Zamagni, professore all’Alma Mater Studiorum di Bologna, che ricordando i
gravi problemi legati alla povertà ma anche alla sottonutrizione ed alla
malnutrizione, ha puntato il dito sulla responsabilità etica che impedisce una
equa distribuzione del cibo, di per sé sufficiente a sfamare tutta l’attuale
popolazione mondiale. “In questo scenario – ha proseguito Zamagni – la cooperazione
rappresenta lo strumento più efficace per garantire la democrazia e lo ‘sviluppo umano integrale’ che si
contrappone al concetto di crescita e riunisce tre dimensioni: una
quantitativo-materiale, una socio-relazionale e una spirituale”.
Anche Maurizio Gardini, presidente nazionale
di Confcooperative e co-presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, ha
espresso preoccupazione per la difficile situazione mondiale sottolineando
l’esigenza di correggere la politica agricola per poter garantire la sicurezza
alimentare ed evitare le tensioni che inevitabilmente si producono tra i popoli
che non hanno accesso al cibo.
“Attraverso
i numerosi progetti avviati in diversi paesi – ha aggiunto Gardini – la
cooperazione può fornire un aiuto concreto per ridurre le ingiustizie in questo
campo e assicurare uno sviluppo equo trasferendo conoscenze e competenze alle
popolazioni locali”.
L’importanza
del ruolo della cooperazione per garantire la sicurezza alimentare è stato
ricordato anche da Giampaolo Cantini,
direttore generale Cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari
Esteri. “A tale proposito – ha dichiarato Cantini – il pdl di riforma della
Legge 49/87 inserisce anche le cooperative e le imprese sociali tra i soggetti
beneficiari dei crediti di aiuto in favore dei Paesi in via di sviluppo”.
A
questo proposito, esprimendo soddisfazione per la decisione del Governo di
aumentare le risorse destinate ai progetti di cooperazione internazionale,
l’Assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio
Rabboni ha ricordato che le imprese cooperative possono svolgere un ruolo
determinante per lo sviluppo dei paesi più poveri facendo leva su modelli di
produzione sostenibile.
Giovanni Monti, presidente Legacoop e ACI Emilia Romagna, ha sottolineato
la capacità della cooperazione di mettere in relazione il territorio e i
produttori da un lato con i consumatori dall’altro, costruendo una rete globale
in grado di favorire lo sviluppo e la coesione sociale.
Nel
corso dei lavori sono poi state presentate alcune interessanti esperienze come quella
di Coopermondo (illustrata dal
direttore Danilo Salerno),
un’associazione per la cooperazione allo sviluppo che tra il 2008 e il 2012 ha
realizzato 131 progetti in 57 paesi di cui il 33% in Africa, il 33% nelle
Americhe, il 23% in Europa e l’11% in Asia. Il presidente Vittorio Rinaldi e il direttore Paolo Palomba hanno invece illustrato la storia di Altromercato, un consorzio che da 25
anni lavora per la promozione e la realizzazione di pratiche di economia
solidale finalizzate a uno sviluppo sostenibile, al Sud come al Nord del Mondo,
promuovendo il commercio equo e solidale. Maura
Latini, direttore generale alla gestione di Coop Italia, ha poi presentato
l’esperienza dei prodotti Solidal Coop,
che comprendono 60 referenze provenienti da produttori operanti in diversi
paesi del Sud del mondo e sviluppano un fatturato superiore ai 25 milioni di
euro. Luciano Sita infine ha
illustrato l’attività del CEFA: nata
nel 1972, questa Onlus ha sviluppato oltre 150 progetti di formazione agricola
per lo sviluppo delle popolazioni povere dell’Africa, dell’America latina e dei
Balcani.
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