Vendemmia 2013, le stime di Tiberio Rabboni e Francesco Cavazza Isolani

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Nella foto di Fabrizio Dell'Aquila, l'assessore all'Agricoltura Tiberio Rabboni e il presidente del Consorzio del Pignoletto, Francesco Cavazza Isolani

Un aumento della  produzione intorno al 5% e una qualità decisamente buona, specialmente per i bianchi. Le riserve d’acqua accumulate in primavera  e le attuali forti escursioni termine giorno/notte costituiscono infatti le condizioni ideali per una maturazione graduale e senza stress fisiologici delle uve e dunque il presupposto  per avere vini  fini e aromatici.

“Si prevede un’annata tra le migliori per qualità dell’ultimo periodo. Ci sono le condizioni per confermare i nostri traguardi. L’Emilia-Romagna è la seconda regione produttrice di vino dopo il Veneto e  i nostri vini sono campioni  d’esportazione con una crescita nel 2012 del 15%, più del doppio del dato medio nazionale che è stato del 6,5%” - ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni  che oggi ha visitato l’Azienda Cavazza-Isolani a Monte San Pietro, in provincia di Bologna dove oggi è iniziata la raccolta dell’uva per il Pignoletto.

E  tra le novità in arrivo vi sono proprio  le  nuove Doc e Docg Pignoletto che permetteranno di  trasformare quello che oggi è un vitigno, dunque coltivabile ovunque, in una denominazione strettamente legata a  un territorio, compreso tra le province di Bologna, Modena e Ravenna. “Il Pignoletto – ha spiegato Rabboni - si potrà fare solo qui e qui dovranno essere fatti gli investimenti”.  Secondo Francesco Cavazza Isolani titolare dell’azienda e presidente del  nuovo Consorzio del  Pignoletto, costituitosi lo scorso maggio,  “l’iter per il riconoscimento dovrebbe chiudersi in tempo per presentare al prossimo Vinitaly  le due nuove denominazioni”. 

Un rafforzato legame con il territorio di produzione anche per l’Igt Emilia, il cui nuovo disciplinare (già inviato a Bruxelles) prevede che anche la fase di spumantizzazione di questo Lambrusco debba avvenire esclusivamente nella zona di produzione delle uve, vale a dire nel territorio dell’Emilia-Romagna (esclusa la provincia di Rimini) e in  quello delle province di  Mantova e Cremona.

La vendemmia in Emilia
Dopo le vendemmie precoci degli ultimi anni (in particolare  quella 2012 condizionata da un’estate particolarmente calda e siccitosa),  la raccolta dell’uve quest’anno è  iniziata più regolarmente, alla fine di agosto per i bianchi precoci, le basi spumanti e frizzanti, dal 3 al 10 settembre per Ortrugo, Pignoletto e Malvasia, mentre dal 20 settembre in poi partirà la raccolta delle uve  per il Lambrusco, seguito a ottobre dagli altri rossi come Sangiovese e Cabernet. L’andamento meteo climatico  è stato ad oggi   più favorevole di quello 2012. Dopo un primavera particolarmente piovosa, l’estate 2013 è stata  infatti una tipica estate padana con caldo e condizioni di siccità, tali tuttavia da non procurare  particolari sofferenze ai vigneti, che hanno comunque potuto contare sulla microirrigazione di soccorso e  adeguate riserve idriche.  Le notti fresche hanno inoltre costituto un elemento molto positivo per il corretto sviluppo della componente aromatica. Buono anche lo stato sanitario delle uve.

Dal 2007 a oggi quasi 200 milioni di euro per la qualificazione del  compartoIl vino emiliano-romagnolo è ormai da anni  protagonista  di una  forte crescita qualitativa. Un risultato che nasce anche da forti investimenti nei campi e nelle cantine e da una più efficace commercializzazione. Il tutto sostenuto anche da importanti risorse pubbliche.   Per la qualificazione delle cantine sono appena stati assegnati a 31 aziende 4,3 milioni di euro, ma altre risorse sono in arrivo. Si tratta di 3,8 milioni di euro, con un bando che si chiuderà l’11 ottobre  destinato alle aree non sisma, e di 5 milioni di euro  che saranno invece riservati espressamente alle aziende dei territori colpiti dal terremoto (il relativo bando uscirà entro ottobre). Complessivamente le risorse andate al comparto vitivinicolo grazie all’Ocm vino e  al Programma regionale di sviluppo rurale dal 2007 a oggi hanno sfiorato i 200 milioni di euro.

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