In agricoltura conoscere significa competere. L’indagine Agri 2000 presentata a Eima
L’imprenditore agricolo
manageriale dedica tempo alla conoscenza, organizza reti con altre imprese per
migliorare l’efficienza del processo e l’accesso al mercato, si affida a innovation partner per la crescita della
propria impresa e usa lo smartphone per ottenere informazioni e per alcuni
servizi connessi all’azienda agricola. Sono solo alcuni degli aspetti emersi
dal 6° Rapporto dell’Osservatorio sull’innovazione nelle imprese agricole, curato
dalla società bolognese Agri 2000 e presentato durante la fiera Eima.
Il Rapporto si è basato
su un’indagine su un campione di 400 imprenditori agricoli manageriali,
rappresentativi delle imprese che hanno maggior futuro competitivo.
“Si tratta – spiega Camillo
Gardini presidente di Agri 2000 – di un’indagine mediante interviste a imprenditori agricoli manageriali,
categoria da noi introdotta l’anno scorso per definire gli agricoltori che
dedicano almeno il 30% del loro tempo lavoro ad attività non strettamente connesse
al processo produttivo e orientati all’organizzazione e gestione dell’azienda e
al mercato. Il rapporto dell’Osservatorio di Agri 2000 del 2012 approfondisce
la conoscenza di questa tipologia di imprenditori, che rappresentano il 12%
delle aziende agricole italiane iscritte alle Camere di Commercio e il 50% del valore della produzione. L’indagine è stata conclusa il 5 novembre e dunque i
dati presentati sono inediti e attualissimi”.
Dall’indagine il tema della conoscenza diventa fattore di
competitività anche nel settore agricolo. Solo l’imprenditore in grado di
organizzarsi al meglio, così da poter dedicare buona parte del suo tempo alla
conoscenza del mercato, dei concorrenti, degli acquirenti, delle innovazioni,
riesce a costruire e a difendere il proprio vantaggio competitivo nel lungo
periodo.
Il campione dei 400 imprenditori manageriali che hanno risposto al
questionario è variegato e distribuito in tutta Italia, comprese le isole: il
55% è socio di cooperative; il 32% è rappresentato da società; la superficie
media è di 84 ettari. Il margine operativo
lordo è di 212mila euro ad azienda in media, con questa differenziazione: 1150
euro/ha per il seminativo; 8400 euro/ha per l’orticolo; 2800 euro/ha per il
frutticolo; 3800 euro/ha per il vitivinicolo e 1450 euro/capo per il zootecnico
da latte.
Dalle risposte del
questionario emergono alcuni aspetti singolari: gli imprenditori manageriali
non operano tutti allo stesso modo, ma seguono orientamenti strategici differenti:
alcuni più diretti alla gestione dei processi aziendali, altri invece alla
costruzione del mercato.
Ciò che li accomuna è la
capacità di orientare una parte significativa del loro tempo-lavoro ad attività
in grado di accrescere l’efficienza dei processi e il valore aggiunto della
produzione.
L’imprenditore
manageriale si informa attraverso le riviste specializzate di settore
(70%), con siti web nazionali (42%), alle fiere estere (19%). Numerose sono
anche le fiere nazionali considerate indispensabili per la propria crescita:
fra queste compaiono Eima, Macfrut, Cibus, Fiera Agricola di Verona, Fiera del
bovino da latte di Cremona, Vinitaly.
Quasi la metà degli
intervistati utilizza uno smathphone per ottenere informazioni, e
migliorare il proprio lavoro, fra le quali notizie sull’andamento meteo (75%),
sugli agrofarmaci (20%), la gestione degli impianti (33%), consultazione
disciplinari (8%) e gestione commerciale (7%).
Una sezione del
questionario era espressamente dedicata all’agricoltura sostenibile. I
disciplinari di difesa sono adottati principalmente dai frutticoltori (76%),
seguiti da orticoltori (71%), viticoltori (59%). Rispetto alle tipologie di
disciplinare, il 58% adotta quello della propria Regione, il 30% il Global Gap,
il 28% quello dell’agroindustria di riferimento, l’11% quello della Gdo.
Per quello che riguarda
le strategie di difesa, il 64% degli intervistati ricava elementi direttamente da
loro monitoraggi in campo; il 20% si affida a tecnici privati, il 10% a tecnici
dell’agroindustria, il 4% segue la lotta a calendario e l’1% il bollettino
fitosanitario della propria Regione.
“L’imprenditore
manageriale – conclude Gardini – stila il bilancio aziendale e adotta strumenti
per la pianificazione economica e finanziaria, senza lasciare nulla al caso. Si
confronta con le aziende migliori e fa parte di reti di relazioni che
permettono lo scambio di conoscenze”.
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