A Bologna (21 ottobre) il seminario di formazione sui dati ambientali
Si terrà a Bologna, venerdì 21 ottobre a partire dalle 8.30 presso la sede Arpae di via Francesco Rocchi 19, il corso di formazione sul tema "Conoscere e usare i dati ambientali. Nuove prospettive nella relazione tra ambiente e salute", organizzato da Ordine dei Giornalisti dell'Emilia Romagna, Fondazione Giornalisti dell'Emilia Romagna e Arpae, in collaborazione con Unarga-Fnsi e Arga.
Introduce e modera Stefano Folli, giornalista e responsabile dello staff comunicazione e informazione di Arpae, direttore di Ecoscienza. Le relazioni al corso, che vale 4 crediti formativi, sono di Giuseppe Bortone (direttore generale di Arpae), Annamaria Colacci (responsabile struttura prevenzione, ambiente e salute di Arpae), Andrea Ranzi (unità epidemiologia ambientale di Arpae), Vanes Poluzzi (responsabile centro tematico regionale qualità dell'aria di Arpae) e Luca Carra (giornalista, Scienza in Rete). In conclusione, la relazione di Roberto Zalambani, giornalista e presidente di Unarga, sul tema "Il giornalismo di inchiesta nelle emergenze ambientali tra nuove competenze, vecchi pregiudizi e scomode verità".
"Mai come oggi - scrive Stefano Folli in un servizio pubblicato sul sito dell'Ordine regionale - sembra che la questione della tutela dell’ambiente sia in primo piano: la transizione ecologica diventata quasi un mantra, l’enfatizzazione degli aspetti green nella presentazione dei prodotti e delle aziende, l’attenzione crescente all’impatto sulla salute dei problemi ambientali. Ma a ben guardare, la posta in gioco con le sfide ambientali odierne è talmente alta che l’attenzione comunicativa non può ancora essere ritenuta sufficiente. I rischi di non garantire condizioni di vita accettabili per gran parte della popolazione, di favorire nuove epidemie o pandemie, di avere – a causa dei cambiamenti climatici – eventi meteo estremi così frequenti da non permettere di adottare adeguate misure di adattamento e protezione sono così elevati che nessun impegno comunicativo può sembrare eccessivo".
Francobollo promozionale dell'anno europeo per la salvaguardia della natura del 1970. |
LE CONCLUSIONI DELLA RELAZIONE DI ROBERTO ZALAMBANI
"Quando introduciamo i corsi di formazione per i colleghi, ed è avvenuto tante volte nei quasi dieci anni trascorsi dall' entrata in vigore dell' obbligatorietà certificata dai crediti professionali o deontologici, dopo aver accennato alla libertà di espressione e alla libera manifestazione del pensiero, parliamo di diritto di cronaca all' interno del quale si colloca il giornalismo. Ne consegue l' obbligo etico e giuridico di raccontare fatti veri, attuali e di interesse pubblico. Parlando continuamente di sostenibilità, siamo sicuri di aver fatto il nostro dovere fino in fondo? La deontologia va utilizzata per farne la stella polare, il carattere distintivo della nostra professione rispetto alla libera espressione del pensiero. La comunicazione oggi necessità di tutte le " doti " migliori che compongono la scatola degli attrezzi della nostra attività e diventa il banco di prova della nostra capacità di affrontare i temi ambientali nel modo giusto".
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