Contoterzismo agricolo, una risorsa per il settore primario
COMUNICATO STAMPA
Bologna, 13 novembre 2014 - Il contoterzismo agricolo come
semplice fornitore di servizi o - al contrario - come vera e propria
risorsa a supporto dell’agricoltura italiana? Le risposte sono
presentate a Eima BolognaFiere oggi, 13 novembre,
nel corso del convegno organizzato da New Business Media-Edagricole con
CONFAI, ENAMA, FederUnacoma, UNACMA, UNIMA e la sponsorship di BKT.
In occasione di questo evento vengono presentati i risultati di una ricerca effettuata da Nomisma in merito al settore dei contoterzisti agricoli in Italia.
CONTOTERZISMO: UN FENOMENO DIFFUSO TRA LE IMPRESE AGRICOLE ITALIANE
Secondo i dati del censimento agricoltura 2010, sono circa 534.000 le imprese agricole che fanno ricorso a servizi di contoterzismo
- pari al 33,4% delle imprese totali - alle quali sono riconducibili
superfici per 5,6 milioni di ettari (44% della SAU nazionale). Se si
osserva il comportamento di queste imprese attraverso l’esame
dell’evoluzione del numero medio di giornate di lavoro per azienda, si
osserva come la domanda di lavorazioni in conto terzi sia aumentata
significativamente. Se nel 2000 mediamente un’azienda agricola faceva
ricorso a servizi di contoterzismo per circa 3,8 giornate all’anno, nel
2010 questo valore è raddoppiato (+97%) raggiungendo le 7,5 giornate. Le
ragioni di questo crescente affidamento di lavorazioni agricole ad
aziende agromeccaniche sono da ricercarsi da un lato nella crescente
domanda di innovazione e tecnologia in agricoltura (che si traduce in
una crescente necessità di conoscenza e professionalità nelle operazioni
colturali), dall’altro nella necessità di ridurre i costi di produzione
tagliando gli sprechi e incrementando l’efficienza produttiva. Nello
specifico, si evidenzia sempre più il bisogno di impiegare in maniera
efficiente i mezzi tecnici, ammortizzando adeguatamente l’acquisto delle
macchine agricole.
Sul
totale delle imprese che richiedono servizi di contoterzismo, il 32%
affida all’agromeccanico la completa gestione delle scelte colturali,
lavorazioni, pratiche amministrative fino alla commercializzazione.
Questo 32% rappresenta il 10% delle aziende agricole italiane; imprese
in prevalenza di piccole dimensioni, con una superficie coperta da
questa tipologia di servizio prossima ai 790.000 ettari, il 6,2% della
SAU complessiva italiana.
CONTOTERZISMO ATTIVO
Presso le Camere di Commercio, si rilevano oltre 31.000 imprese iscritte come contoterzisti (
codice ATECO 01.61) pur non essendo tutti in realtà imprese
agromeccaniche professionali. Tra queste, oltre 18.000 sono imprese
agricole che svolgono una o più fasi della lavorazione dei terreni
presso terzi utilizzando mezzi meccanici propri. Queste aziende
agricole, secondo i dati del Censimento Agricoltura, effettuano 921.548
giornate di lavoro presso altre aziende pari a circa il 23% delle
giornate complessivamente effettuate dai contoterzisti in agricoltura.
L’INDAGINE SULLE IMPRESE AGROMECCANICHE
Nell’ambito
della ricerca, Nomisma, con il supporto di CONFAI e UNIMA, ha
realizzato un’indagine rivolta a un campione di 377 imprese
agromeccaniche professionali con l’obiettivo di individuare i principali
caratteri che definiscono questo settore. I risultati, oltre a definire
i contorni del settore hanno messo in evidenza come i contoterzisti
siano in grado di offrire un’ampia gamma di servizi, gestiscano macchine
di età mediamente compresa tra i 5 e i 10 anni e finanzino i propri
investimenti principalmente tramite il credito bancario (39,5% del
campione) e strumenti offerti dal rivenditore o dalla ditta produttrice
(33%). Dalla survey emergono tuttavia anche alcune criticità sottolineate dalle imprese; prima fra tutti le difficoltà generate dai tempi di pagamento dei clienti (30,2%)
e dal prezzo dei fattori produttivi – gasolio in primis (25,5%). In
seconda istanza, si rilevano altre problematiche non direttamente
collegate al cash flow o al bilancio aziendale come l’eccessiva burocrazia (13,5%), l’accesso al credito (8,8%), la reperibilità di manodopera qualificata(3,2%).
D’altra
parte, i contoterzisti offrono anche qualche spunto di riflessione dal
punto di vista degli agricoltori e, in particolare, sulle motivazioni
che spingono le imprese agricole a ricorrere a questa tipologia di
servizi. Gli imprenditori agricoli, richiedono il supporto delle imprese
agromeccaniche a causa della mancanza di risorse economiche per
acquistare le macchine (48%), dell’inferiore costo aziendale dei servizi
in contoterzi rispetto alla lavorazione in proprio (30%) e della
maggiore qualità delle lavorazioni in contoterzi (12%).
LE DIMENSIONI OTTIMALI DI AZIENDA PER ALLESTIRE UN CANTIERE DI LAVORAZIONE
La terza fase dello studio Nomisma si configura in un’analisi dei costi d’esercizio di alcuni cantieri di lavorazione per confrontare i costi della realizzazione di alcune operazioni in conto proprio rispetto alla tariffa del contoterzista.
Si valutano quindi le dimensioni ottimali che consentano di
ammortizzare adeguatamente alcune tipologie di macchine. Tra i diversi
casi presi in esame, si riporta il caso della mietitrebbia, per la quale
un’impresa agricola necessita di lavorare almeno 245 e 340 ettari
all’anno –rispettivamente per un modello con 5 scuotipaglia e uno a
flusso assiale – per ottenere un costo medio per ettaro equiparabile
alla tariffa del contoterzista. Risulta oggi fondamentale infatti per le
aziende agricole ottimizzare la gestione dei mezzi tecnici per
migliorare le rese e la qualità di prodotti realizzati. A tal proposito,
negli ultimi anni, il crescente contributo delle aziende agromeccaniche
ha giocato senz’altro un ruolo decisivo nel miglioramento delle
performance produttive e nella salvaguardia della redditività di molte
imprese agricole.
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