Patata selvaggia, import fuori controllo
CRISI: AUMENTA IMPORT PATATE, 4 SU 10 SONO ESTERE E DI SCARSA QUALITÀ
A RISCHIO PRODUZIONE EMILIA ROMAGNA ANCHE A CAUSA BLOCCO RUSSIA
Con
un aumento del 5 per cento delle importazioni di patate dall’estero nel
2014 diventa sempre più urgente fare chiarezza in un mercato come
quello nazionale dove oramai
sono stranieri quattro tuberi su dieci. E’ quanto afferma la Coldiretti
Emilia Romagna alla luce della situazione creatasi soprattutto dopo
l’embargo russo dei prodotti agroalimentari dell’Ue. Pur non essendo
l’Italia un Paese esportatore di patate in Russia,
il blocca sta facendo arrivare in Italia prodotto da altri Paesi
europei che cercano nuovi mercati di sbocco per il loro prodotto a basso
costo e di scarsa qualità.
Si
sta creando una situazione – rileva Coldiretti – per cui arrivano
patate a costi stracciati di 6-8 centesimi al chilogrammo, con problemi
di qualità organolettiche e
garanzie sanitarie, anche a causa del massiccio ricorso nei Paesi di
origine alla difesa chimica delle produzioni. Cosa che non avviene in
Emilia Romagna – ricorda Coldiretti – dove, grazie anche alla grande
professionalità dei nostri produttori,
sono operativi il disciplinare QC (Qualità controllata) della
Regione e il disciplinare della patata di Bologna Dop, che impongono
precise regole di produzione a tutela della qualità finale del prodotto e
in più la produzione di patate avviene con i disciplinari
di lotta integrata a bassissimo uso della chimica.
L’importazione
di prodotto estero usato come leva per far crollare i prezzi nazionali –
prosegue Coldiretti – spesso si combina con operazioni fraudolente che
portano a
spacciare per nazionale prodotto d’oltrefrontiera, tanto è vero che
queste operazioni sono anche oggetto di una indagine della procura di
Bologna che vede sotto inchiesta il commercio di patate francesi vendute
come italiane. Secondo Coldiretti è fondamentale
aumentare il livello dei controlli sulle importazioni per prevenire
tentazioni fraudolente e contemporaneamente verificare che vengano
rispettati capitolari delle mense pubbliche, scuole soprattutto, che
richiedono l’impiego di prodotto del territorio e non
di importazione.
La
patata – ricorda Coldiretti – è l’ortaggio più consumato dagli italiani
che hanno il diritto di avere la certezza della provenienza reale del
prodotto che acquistano.
A risentire pesantemente di questa situazione è proprio l’Emilia
Romagna dove vengono prodotti circa 2,2 milioni di quintali di patate
per un valore attorno ai 50 milioni di euro, con una punta di eccellenza
rappresentata dalla “Patata Dop di Bologna”, unica
in Italia ad avere ottenuto dall’Unione Europea la denominazione
d’origine protetta (Dop).
Per
far fronte a questa situazione, Coldiretti, che ha istituito
l’Osservatorio per la lotta alla criminalità per creare un sistema
coordinato e capillare di controlli idonei
a smascherare i comportamenti che si pongono in contrasto con la
legalità, ritiene importante promuovere un accordo con la grande
distribuzione e la ristorazione affinché venga consumato prodotto
nazionale e ad un prezzo remunerativo dei fattori di produzione;
l’inserimento delle patate tra i prodotti destinatari degli interventi
comunitari per far fronte al blocco delle importazioni agroalimentari
della Russia.
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