I risicoltori emiliani protestano a Roma
CRISI: COLDIRETTI, -22% RISAIE IN ITALIA NEL 2014, STOP RISO CAMBOGIA
Da importazioni asiatiche di riso un allarme sanitario a settimana
NUTRITA DELEGAZIONE DI RISICOLTORI DALL’EMILIA ROMAGNA A ROMA
Nel
2014 si è verificata in un solo anno una riduzione del 22 per cento per
una riduzione di oltre 15mila ettari delle risaie destinate alla
coltivazione di riso varietà
Indica che viene importata dalla Cambogia, a danno dei coltivatori
italiani e a rischio della salute dei consumatori con un allarme
sanitario alla settimana provocati dal prodotto asiatico. E’ quanto
denuncia la Coldiretti nell’ambito della “battaglia del
riso” che si è spostata a Roma dove una delegazione di risicoltori
dell’Emilia Romagna guidata dal presidente regionale
Mauro Tonello, dal direttore regionale, Marco Allaria Olivieri, e dal presidente Coldiretti di Ferrara (maggiore provincia produttrice di riso in Emilia Romagna,
Sergio Gulinelli, insieme con agricoltori e mondine dalle
campagne delle principali regioni di produzione sono arrivati per
manifestare davanti al Ministero delle Politiche agricole con la
distribuzione del vero riso italiano.
L'accordo
Everything But Arms (Tutto tranne le armi) che ha portato
all’azzeramento dei dazi ha favorito - denuncia la Coldiretti -
l’insediamento di multinazionali in Paesi
meno avanzati dove hanno fatto incetta di terreni e si coltiva riso
senza adeguate tutele del lavoro e con l’utilizzo di prodotti chimici
vietati da decenni nelle campagne italiane ed europee. Per questo dopo
la mobilitazione sul territorio una rappresentativa
di tutte le regioni, guidata dal presidente nazionale Coldiretti,
Roberto Moncalvo ha portato al Ministro delle Politiche Agricole,
Maurizio Martina, un campione di riso importato dalla Cambogia per
chiedere che vengano fatti controlli qualitativi dopo che
nel primo semestre 2014 il sistema di allerta rapido Europeo (RASFF) ha
effettuato quasi una notifica a settimana per riso e prodotti derivati
di provenienza asiatica per la presenza di pesticidi non autorizzati o
che superano i limiti ammessi di residuo e
assenza di certificazioni sanitarie. Della delegazione ricevuta dal
ministro Martina, insieme al presidente nazionale Coldiretti Roberto
Moncalvo hanno fatto parte anche il presidente regionale Tonello e il
presidente di Ferrara, Sergio Gulinelli.
Gli
agricoltori hanno lasciato le risaie dall’Emilia Romagna alla
Lombardia, dal Piemonte al Veneto fino in Sardegna per dire basta alla
concorrenza sleale provocata dalle
speculazioni sulle importazioni del riso cambogiano che in Italia sono
aumentate del 360 per cento nel primo trimestre, secondo il Dossier
della Coldiretti. Dallo sfruttamento in Asia alle speculazioni in Europa
dove il riso Indica lavorato cambogiano arriva
in Italia ad un prezzo del grezzo inferiore ai 200 euro a tonnellata,
pari a circa la metà di quanto costa produrlo in Italia nel rispetto
delle norme sulla salute, sulla sicurezza alimentare e ambientale e dei
diritti dei lavoratori, secondo il Dossier della
Coldiretti. Le varietà importate dalla Cambogia - spiega la Coldiretti -
appartengono al gruppo degli Indica (lunghi B) con chicchi snelli e di
forma allungata, e sono indicati per risi bolliti, insalate, contorni
che in Italia vengono utilizzati molto come
riso parboiled nei risotti o insalate di riso particolarmente
consumati durante l’estate. Con rischi anche per i consumatori perché la
produzione straniera può essere spacciata come nazionale non essendo
obbligatorio indicare in etichetta l’origine nelle
confezioni in vendita.
L’Italia
- continua la Coldiretti - è ancora il primo produttore europeo di
riso su un territorio di 216mila ettari con un ruolo ambientale
insostituibile e opportunità
occupazionali ma situazione sta precipitando e a rischio c’è il lavoro
per oltre diecimila famiglie tra dipendenti ed imprenditori di lavoro
nell’intera filiera. “Il riso Made in Italy è una realtà da primato per
qualità, tipicità e sostenibilità che va difesa,
secondo la Coldiretti, con l’obbligo di indicare in etichetta la
provenienza, la pubblicità dei nomi delle industrie che utilizzano riso
straniero, l’applicazione della clausola di salvaguarda nei confronti
delle importazioni incontrollate, ma anche l’istituzione
di una unica borsa merci e la rivisitazione dell’attività di promozione
dell’Ente Nazionale Risi”, ha affermato il presidente della Coldiretti
Roberto Moncalvo.
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