Al via l'organizzazione interprofessionale della pera, eccellenza emiliano-romagnola
Bologna - Più gioco di squadra per promuovere le pere
dell’Emilia-Romagna. Dopo avere superato i passaggi previsti dai
regolamenti comunitari e aver ottenuto il riconoscimento della Regione
Emilia-Romagna, è operativa l’OI della pera, un organismo che riunisce
tutti gli anelli della filiera – dalle imprese agricole, all’industria
di trasformazione e commercializzazione - di un prodotto che rappresenta
uno dei fiori all’occhiello dell’agricoltura dell’Emilia-Romagna, con
circa il 65% dell’intera produzione nazionale.
"La nuova organizzazione interprofessionale - spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – è la terza che viene realizzata in Emilia-Romagna, dopo quella del pomodoro da industria e quella del comparto suinicolo. Si tratta di un altro passo importante sulla strada di un’agricoltura più organizzata, più competitiva sui mercati e capace di fare reddito. Da oggi sarà possibile programmare meglio la produzione di pere e prevenire o comunque tenere sotto controllo eventuali crisi di mercato. Naturalmente la reale efficacia dell'azione dell'organismo interprofessionale dipenderà esclusivamente dalle decisioni operative che i suoi componenti sapranno assumere ”. Secondo il presidente della OI Gianni Amidei “il riconoscimento dell'Interprofessione Pera e' un importante punto di partenza per determinare insieme delle regole e delle strategie con l'obiettivo di migliorare la competitività del prodotto.”
La nuova OI, che sarà al centro di un seminario organizzato da Cso Servizi a Ferrara il prossimo 21 marzo, sviluppa la propria attività in Emilia-Romagna e Veneto, “vale” il 39% della produzione nazionale, per una superficie coltivata di 10.400 ettari e una produzione media di 255 mila tonnellate.
Per la parte agricola è costituita da 14 organizzazioni di produttori e dalle organizzazioni professionali agricole Cia Emilia Romagna, Federazione regionale Coldiretti e Federazione regionale agricoltori che rappresentano gli agricoltori non organizzati in Op. Per le industrie di trasformazione aderiscono: Conserve Italia, Aiipa, Fruttagel. La parte commerciale è infine rappresentata dalle principali strutture di commercio all’ingrosso delle pere da consumo fresco, che operano in Emilia-Romagna e Veneto: Alegra, Aop Romandiola, Mazzoni, Naturitalia, Fruitimprese Emilia Romagna, Unacoa, Coferasta, oltre che da Conad.
Aderiscono all'Oi anche la Camera di commercio di Ferrara, il Consorzio della pera dell'Emilia Romagna Igp, il Centro ricerche per le produzioni vegetali e la Fondazione per l'agricoltura Fratelli Navarra.
La nuova organizzazione interprofessionale, se riuscirà a raggiungere la rappresentatività di almeno il 60% della produzione interessata, potrà essere uno strumento fondamentale per promuovere e valorizzare il settore, limitare gli sbalzi di mercato e favorire un'equa remunerazione del prodotto tenuto conto che avrà la possibilità di operare per il prodotto ”pera”, come sezione territoriale dell'Organizzazione interprofessionale nazionale Ortofrutta Italia. Il piano di lavoro prevede iniziative per migliorare la trasparenza del comparto e ricerche per orientare la produzione ai fabbisogni del mercato e dei consumatori. Tra gli obiettivi anche il monitoraggio e l'aggiornamento dei dati relativi ai costi dei fattori produttivi delle pere, in riferimento alla qualità e alle tecniche di produzione, con particolare attenzione a quelle a basso impatto ambientale.
"La nuova organizzazione interprofessionale - spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – è la terza che viene realizzata in Emilia-Romagna, dopo quella del pomodoro da industria e quella del comparto suinicolo. Si tratta di un altro passo importante sulla strada di un’agricoltura più organizzata, più competitiva sui mercati e capace di fare reddito. Da oggi sarà possibile programmare meglio la produzione di pere e prevenire o comunque tenere sotto controllo eventuali crisi di mercato. Naturalmente la reale efficacia dell'azione dell'organismo interprofessionale dipenderà esclusivamente dalle decisioni operative che i suoi componenti sapranno assumere ”. Secondo il presidente della OI Gianni Amidei “il riconoscimento dell'Interprofessione Pera e' un importante punto di partenza per determinare insieme delle regole e delle strategie con l'obiettivo di migliorare la competitività del prodotto.”
La nuova OI, che sarà al centro di un seminario organizzato da Cso Servizi a Ferrara il prossimo 21 marzo, sviluppa la propria attività in Emilia-Romagna e Veneto, “vale” il 39% della produzione nazionale, per una superficie coltivata di 10.400 ettari e una produzione media di 255 mila tonnellate.
Per la parte agricola è costituita da 14 organizzazioni di produttori e dalle organizzazioni professionali agricole Cia Emilia Romagna, Federazione regionale Coldiretti e Federazione regionale agricoltori che rappresentano gli agricoltori non organizzati in Op. Per le industrie di trasformazione aderiscono: Conserve Italia, Aiipa, Fruttagel. La parte commerciale è infine rappresentata dalle principali strutture di commercio all’ingrosso delle pere da consumo fresco, che operano in Emilia-Romagna e Veneto: Alegra, Aop Romandiola, Mazzoni, Naturitalia, Fruitimprese Emilia Romagna, Unacoa, Coferasta, oltre che da Conad.
Aderiscono all'Oi anche la Camera di commercio di Ferrara, il Consorzio della pera dell'Emilia Romagna Igp, il Centro ricerche per le produzioni vegetali e la Fondazione per l'agricoltura Fratelli Navarra.
La nuova organizzazione interprofessionale, se riuscirà a raggiungere la rappresentatività di almeno il 60% della produzione interessata, potrà essere uno strumento fondamentale per promuovere e valorizzare il settore, limitare gli sbalzi di mercato e favorire un'equa remunerazione del prodotto tenuto conto che avrà la possibilità di operare per il prodotto ”pera”, come sezione territoriale dell'Organizzazione interprofessionale nazionale Ortofrutta Italia. Il piano di lavoro prevede iniziative per migliorare la trasparenza del comparto e ricerche per orientare la produzione ai fabbisogni del mercato e dei consumatori. Tra gli obiettivi anche il monitoraggio e l'aggiornamento dei dati relativi ai costi dei fattori produttivi delle pere, in riferimento alla qualità e alle tecniche di produzione, con particolare attenzione a quelle a basso impatto ambientale.
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