Coldiretti Piacenza lancia l'allarme: "Con la nuova Pac perderemo finanziamenti".

by - 15:05


Luigi Bisi, presidente Coldiretti Piacenza

Per  gentile concessione di News Age Agro
http://www.newsageagro.com/content/coldiretti-bisi-piacenza-usati-tutti-i-fondi-europei-e-expo-porteremo-la-nostra-capacita-del

PIACENZA - «A Piacenza abbiamo lavorato bene e, in questa Coldiretti, non è avvenuto ciò che è accaduto in altre parti dell’Emilia Romagna. Abbiamo utilizzato tutti i fondi provenienti dalla dotazione dei bandi dell’Unione europea, tarando le risorse sugli investimenti». Luigi Bisi (nella foto) presidente di Coldiretti Piacenza è orgoglioso del lavoro svolto sin qui e lo difende, ma anche lui – come altre organizzazioni sindacali – è preoccupato «per la scomparsa dei Prip (con l’abolizione delle Province, ndr) e delle graduatorie. Siamo soddisfatti per la dotazione aggiuntiva nel Psr, ma Piacenza rischia di non avere più i fondi degli scorsi anni». Diversi i temi affrontati da Bisi, che riguardano molto da vicino la realtà agricola e agroalimentare piacentina: Pac, latte, pomodoro, Expo2015.
Su che cosa si fonda il rischio per gli agricoltori piacentini?
«I timori sono legati alla graduatoria regionale e perché ancora non si conosce come la Regione finanzierà le Misure. Coldiretti Piacenza è l’unica a chiedere un plafond finanziario suddiviso per province e non solo per Misure».
E’ preoccupato anche per i tagli della Pac?
«Certo, siamo una provincia che perderà soldi, perché qui c’erano aziende con dotazioni molto alte per zootecnia, latte e pomodoro. Purtroppo, la riduzione sarà importante».
Questo riequilibrio provocherà malumori…
«Sì. Ad esempio, un vigneto avrà meno risorse e ciò che viene meno dalla Pac dovrà essere recuperato sul mercato».
In che modo?
«Occorre promuovere la produzione e adattarla al mercato. Le aziende che beneficeranno della Pac saranno comunque contente, perché verranno distribuite su uno spazio enorme risorse relativamente limitate. Il mio suggerimento è di focalizzare gli interventi su ciò che dà valore aggiunto».
Di recente, sono stati firmati due importanti accordi, quelli per il prezzo del latte e del pomodoro. Qual è la sua opinione?
«Cominciamo con il latte. Sono stati messi al riparo gli allevamenti rendendo sostenibile il lavoro degli allevatori. Nei mesi scorsi, ricordo che il prezzo pagato agli allevatori non copriva i costi di produzione. A Piacenza, la maggior parte del latte è utilizzato per la produzione Dop del Grana Padano e questo legame di filiera garantisce il produttore e l’allevatore».
E sul pomodoro?
«Bene l’anticipo dell’accordo, firmato nei tempi giusti. Il prezzo concordato rende sostenibile la coltivazione. Resta l’amarezza di non aver voluto lavorare sulle griglie di qualità. Anche qui c’è il rischio di perdere il 25%, perché i parametri oggettivi che determinano la qualità vengono applicati dai trasformatori solo al momento della consegna. La filiera va resa più efficiente su una parte del trasformato. Si deve, cioè, decidere in che cosa trasformare il nostro prodotto: ad esempio, il mercato non chiede il concentrato. Serve, poi, la giusta promozione della qualità dei nostri pomodori che sono i migliori del mondo dal punto di vista della produzione, del metodo di produzione, del rispetto dell’ambiente e del lavoro».
Piacenza, unica provincia dell’Emilia Romagna ad avere acquistato uno spazio nel Padiglione Italia (“Piazzetta Piacenza”) e Coldiretti come si preparano ad affrontare Expo2015?
«Coldiretti ha una partecipazione diretta in Lombardia. A Piacenza abbiamo creduto nella Ats (l’Associazione temporanea di scopo che riunisce 24 soggetti, tra istituzionali e del mondo produttivo, ndr) e per noi, ormai periferia di Milano, è importante che il territorio partecipi e che si riesca a portare qui i visitatori di tutto il mondo».
Va tutto bene finora oppure ci sono correzioni da apportare alla macchina che è già in moto?
«E’ straordinario aver coinvolto tutti. Però in questo progetto, vinceremo se saremo in grado di mettere in campo la nostra operatività; la “capacità del fare” di Coldiretti in questo ci verrà in aiuto».
Che cosa si aspetta l’agricoltura piacentina da Expo 2015?
«Noi abbiamo fatto la nostra parte, coinvolgendo gli altri attori del settore agroalimentare. Gli agricoltori si aspettano la visibilità del territorio, ricadute economiche anche sull’indotto grazie anche alla capacità attrattiva della nostra provincia. Se riusciamo a portare qui il visitatore, o anche la moglie del visitatore, e mostrare loro le nostre eccellenze allora significa che abbiamo venduto Piacenza. Tutto questo deve essere reso possibile e per farlo si deve potere arrivare da Milano alle nostre colline in 35-40 minuti».
Gianfranco Salvatori

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