Lunedì 27 gennaio in Regione incontro sul nuovo Psr. Rabboni: "1,19 miliardi, la più alta quota mai destinata all'agricoltura"

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Bologna - Un miliardo 190 milioni di euro per l’agricoltura emiliano-romagnola. Sono le risorse in arrivo grazie al nuovo Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020  dopo l’accordo Stato-Regioni dei giorni scorsi. Si tratta di 131 milioni in più  rispetto al precedente settennato, oltre che del budget più alto tra le Regioni del centro nord. Un  aumento determinato da maggiori risorse europee,  ma soprattutto dalla crescita del cofinanziamento regionale,  che praticamente raddoppia,  passando  da 106  a  203 milioni di euro nei sette anni. “Si tratta della quota più alta mai destinata da questa regione all’agricoltura – ha spiegato oggi a Bologna l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni –  l’esito di una scelta strategica  della Giunta regionale a sostegno  di un’ agricoltura di eccellenza, tra i protagonisti del made in Italy”.

“L’obiettivo principale – sottolinea Rabboni –  sarà  aumentare e stabilizzare la redditività del settore,  allargando la platea dei beneficiari.  Senza trascurare le iniziative di qualità delle singole aziende, punteremo in  particolare sulle reti di impresa. Per ridurre i costi,  fare sistema ed essere più competitivi”.

Reti di impresa dunque come destinatarie privilegiate dei finanziamenti del nuovo Psr per il trasferimento tecnologico; gli investimenti di  filiera “dalla terra alla tavola”; l’ammodernamento delle imprese di un medesimo comparto;  la logistica e il mercato. Senza dimenticare cooperative, organismi interprofessionali,  organizzazioni di produttori.

Su 1 miliardo 190 milioni di euro, le risorse che arrivano dall’Europa ammontano a 513 milioni di euro (il 43% del totale,  29 milioni in più rispetto al Psr 2007-2013),  mentre la quota statale è  di  474 milioni (il 40% del totale, circa 6 milioni in più). 

Ulteriori risorse arriveranno al territorio emiliano-romagnolo dai quattro Piani nazionali (per i quali non è previsto cofinanziamento regionale) che rappresentano una delle novità della nuova Pac 2014-202: il Piano  per la gestione del rischio contro le calamità naturali e le crisi di mercato che potrà contare su 1 miliardo 640 milioni di euro; il Piano irriguo cui sono destinati 300 milioni di euro; il Piano per la biodiversità animale  e quello per la Rete Rurale Nazionale che avranno a disposizione, rispettivamente, 200 e 100 milioni di euro.

Il nuovo Programma di sviluppo rurale  sarà al centro dell’incontro di lunedì 27  gennaio a Bologna (Sala A, Terza Torre, Viale della Fiera, 8)  “Nuovo Psr 2014-2020: il documento strategico.” L’appuntamento chiamerà a raccolta l’intero mondo agricolo e non solo, prima della messa a punto del documento conclusivo che  essere approvato da Bruxelles entro l’estate.

Gli obiettivi del nuovo Psr: competitività, ambiente, innovazione, territorio rurale, giovani e  meno burocrazia
Competitività, ambiente, innovazione, salvaguardia del territorio rurale. Ma anche giovani e  una riduzione degli adempimenti burocratici.  Questi alcuni degli obiettivi del nuovo Psr.  
Circa il 44% delle risorse  saranno indirizzate ad aumentare  la competitività del sistema agricolo e  agroalimentare emiliano-romagnolo, attraverso il sostegno, come si è detto, alle aggregazioni di imprese  e alle diverse forme di agricoltura organizzata. Alle misure di carattere ambientale e all’agricoltura biologica andranno il 38% delle risorse. Rientrano in questo ambito  anche gli interventi per la riduzione dei consumi idrici, il contrasto ai fenomeni di dissesto e di erosione del suolo, la lotta al cambiamento climatico, lo sviluppo delle bioneregie. Altro capitolo importante: il trasferimento della conoscenza e dell’innovazione (8% delle risorse)  attraverso i Gruppi  operativi per l’innovazione che rappresentano una delle  novità della nuova programmazione 2014-2020. Anche in questo caso si tratta di vere e proprie reti di impresa tra aziende agricole, centri di ricerca e di assistenza tecnica.
Alla salvaguardia del  territorio rurale  andrà il 7,5% delle risorse, con un’attenzione particolare alla montagna e all’agricoltura periurbana  per trasformare – ha spiegato Rabboni – “la contiguità tra città e campagna da elemento di  degrado a elemento di vantaggio”.   Verranno finanziate l’agricoltura sociale, la vendita diretta, la multifunzionalità delle aziende,  oltre a iniziative per valorizzare  i prodotti di montagna rispetto a quelli di pianura e a forme di tutoraggio per i giovani che vogliono insediarsi nelle zone appenniniche. Il 2,5% delle risorse del nuovo Psr sarà destinato all’assistenza tecnica.
Già al centro del precedente Psr, che aveva destinato agli under 40 ben il 26% del totale (a fronte di un’incidenza reale sul totale degli imprenditori agricoli del 7,8%)  i giovani restano dunque una priorità  trasversale anche della nuova programmazione, con una corsia privilegiate per tutti gli interventi.
Quanto  allo snellimento burocratico, Rabboni  ha  sottolineato come il Sistema informativo agricolo e il  Registro unico dei controlli,  a regime a giugno, permetteranno di alleggerire  gli adempimenti a carico delle aziende. Inoltre la Regione ha messo a punto  un meccanismo che permetterà di  ridurre la documentazione  necessaria per le misure di investimento.

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