Alluvione, danni ingenti (e trascurati dalla stampa nazionale) tra Modena, Reggio Emilia e Mantova

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COMUNICATO STAMPA                                                                         

 
ALLUVIONE: 10 MILA ETTARI AGRICOLI SOTT’ACQUA, 600 AZIENDE ALLAGATE
 
E’ salito a 10 mila ettari la superficie agricola allagata dalla rotta del Secchia in provincia di Modena e oltre 600 le aziende agricole coinvolte, con danni ai terreni, alle attrezzature e ai centri aziendali. Il dato è di Coldiretti Emilia Romagna, che ricorda come la superficie agricola dei comuni colpiti (Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Finale Emilia, Medolla, San Felice sul Panaro, San Prospero e parte di Modena) è in totale di 24 mila ettari.
Sott’acqua sono finiti soprattutto seminativi, ma anche un migliaio di ettari di vigneto e altrettanti di frutteto. Secondo Coldiretti sono andati completamente perduti i seminativi più vicini alla zona di rottura dell’argine, mentre nelle altre zone la salvezza delle produzioni dipenderà dalla velocità con cui verrà allontanata l’acqua dalle campagne, in modo da scongiurare l’asfissia delle radici. Anche la sopravvivenza degli alberi da frutta e delle viti di pendono dalla velocità con cui si riuscirà a riportare i terreni all’asciutto. Per salvare i vigneti di Lambrusco Doc e delle pere Igp, secondo Coldiretti, i terreni dovrebbero esser riportati all’asciutto nell’arco di una settimana.
“I Consorzi di Bonifica – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – hanno messo a disposizione tutti i loro mezzi e stanno facendo una corsa contro il tempo per cercare di pompare l’acqua via dai campi. Purtroppo c’è da rilevare che l’aumentata impermeabilizzazione del terreno rende tutte le operazioni più lente.”.
In provincia di Modena, secondo elaborazioni Coldiretti sui dati Istat, sono stati sottratti all’agricoltura 41 mila ettari negli ultimi 20 anni, in pratica il 20 per cento di tutta la superficie agricola.
“Per salvare le imprese di queste zone – ha detto Tonello – è indispensabile dichiarare al più presto lo stato di emergenza per avere risorse ad hoc per interventi immediati per la ripartenza delle imprese messe in ginocchio da due calamità, l’alluvione e il terremoto. Inoltre bisogna cominciare a pensare in termini di prevenzione a partire dal problema delle nutrie. Prive di predatori, questi animali si sono moltiplicati a dismisura e stanno mettendo a rischio la tutela dell’ambiente e la sicurezza di tutti i cittadini, oltre alle attività agricole. Non si può continuare solo a parlarne ma occorrono piani per liberare fiumi e canali dalla loro presenza”.
   

Evacuati oltre 20 stadi d’acqua: ma in Secchia è stata la piena del 50ennio


Bilancio per il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale che si avvia a spegnere le potenti idrovore (avrebbero innalzato il lago di Garda di 6 cm). Un lavoro importante, perché molti comuni sono al di sotto degli argini! 50 persone impegnate

CONSORZIO DI BONIFICA DELL’EMILIA CENTRALE (22 gennaio 2014) – Si è trattato di una piena di Secchia come se ne vedono ogni 50 anni. Alla fine sono stati evacuati dal comprensorio della Bonifica Emilia Centrale, tra Reggio, Modena e Mantova, quasi 20 milioni di metri cubi d’acqua. Meno che altre volte, ma quantitativi molto concentrati nel tempo. Quanto basta, per intenderci, per far salire di circa 60 millimetri il Lago di Garda. O, se si preferisce, a riempire oltre 20 volte il Mapei Stadium.
“Abbiamo acceso tutte le nostre idrovore e fortunatamente va esaurendosi l’emergenza per l’onda di piena che ha interessato il nostro comprensorio di pianura – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio - la piovosità all’interno del comprensorio di pianura non è stata eccezionale, ma la gravità dell’emergenza è invece dovuta al concomitante stato di piena morbida del Po e di piena straordinaria dell’Enza, del Crostolo e soprattutto del Secchia, che ha registrato una piena con tempo di ritorno di almeno 50 anni preceduta da una piena decennale meno di una settimana prima”.
“Una situazione, del tutto anomala – entra nel dettaglio il direttore Domenico Turazza - che ha imposto l’utilizzo prolungato delle quattro idrovore consortili (San Siro, Mondine, Torrione e Boretto) per tenere in asciutta la nostra pianura evitando allagamenti e ristagni d’acqua. Ancora attivi gli impianti della bonifica che, a fine della giornata di mercoledì 22 gennaio, avranno complessivamente sollevato quasi 20 milioni di metri cubi d’acqua. La gran parte, circa 14 milioni, immessi nel Secchia – a valle della drammatica esondazione ndr - con gli impianti di San Siro e Mondine e la parte restante nel Crostolo e nel Po”.
Al lavoro una cinquantina di persone, tra tecnici ed operai, nella programmazione delle manovre e nel controllo dei principali punti sensibili. Innumerevoli i piccoli e grandi interventi eseguiti degli operatori e dai mezzi di campagna.
Da ricordare che i comprensori della Bassa sono a livelli altimetrici inferiori a quello dei corsi d’acqua arginati, per cui lo scolo delle acque piovane, ben più difficoltoso, è reso possibile dalla rete di bonifica che assicura inoltre lo sgrondo delle acque che eventualmente fuoriescono dai principali Fiumi (Po, Secchia, Enza e Crostolo). Così è avvenuto in destra Secchia dove le acque che si sono riversate nella pianura modenese, a causa della rottura dell’argine del Secchia, verranno evacuate dalla rete di canali della limitrofa Bonifica Burana.
Il Consorzio ha coordinato i lavori dalla Sala di telecontrollo di Reggio Emilia, gestendo così una rete scolante che conta oltre 3.500 km di canali e che attraversa paesi, città, zone industriali ed artigianali, aziende agricole, infrastrutture strategiche come le Autostrade del Sole e del Brennero o l’asse ferroviario Milano – Bologna.

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