Troppi agricoltori, pochi manager
Bologna, 21 novembre 2013
- Sono circa 5.550 i giovani agricoltori
professionali presenti in Emilia-Romagna, l’8,5% delle imprese iscritte
alla Camera di Commercio. Questi giovani under 35 mettono assieme ben
il 33% del valore della produzione agricola regionale. Il risultato è in
buona parte frutto di una maggior attenzione
dei giovani al mercato e a quanto succede al di fuori della propria
azienda; di una loro propensione al confronto e alla collaborazione con
altre imprese. Tuttavia il dato non soddisfa pienamente. Infatti “il 62%
dei giovani imprenditori intervistati non ha
ancora un profilo manageriale e appare incentrato su scelte di breve
periodo”.
Ad affermarlo è Camillo Gardini, presidente Agri 2000, oggi al
convegno
“Il ruolo del sindacato nell'agricoltura che cambia” organizzato a Bentivoglio (Bo) da
Alleanza per l'agricoltura che raggruppa le rappresentanze
provinciali di Confagricoltura, Cia e Copagri. Quale dunque la miglior
terapia per il futuro? “Favorire la crescita di agricoltori manageriali e
per realizzare questi obiettivi” - è la pronta
replica di Gardini - “grande può essere il ruolo delle organizzazioni
professionali dei produttori agricoli”. Ma in che modo il sindacato può
rispondere alle nuove esigenze delle imprese agricole? “Partendo proprio
da una maggior aggregazione delle forze sindacali”
– è l’auspicio di Andrea Gabusi, presidente vicario Copagri. La tavola
rotonda moderata da Beppe Boni, vice direttore del QN Il Resto del
Carlino, fa il punto.
“La giornata di oggi è stata prima di tutto una bella occasione per ribadire che
Alleanza per l'agricoltura si candida a essere un valido
riferimento per le aziende agricole dinamiche e che vogliono innovare”,
dichiara Marco Bergami, presidente Cia Bologna, “oltre che un nuovo
strumento di rappresentanza sindacale che risponde al
motto l'unione fa la forza”.
“Alleanza per l’agricoltura
deve puntare alla condivisione delle linee strategiche di sviluppo e al
maggior efficientamento dei servizi,
al fine di rafforzare il proprio peso politico e sindacale ai tavoli
istituzionali e raggiungere alcuni traguardi, tra cui: economie di
scala, aumento della professionalità, maggiore efficacia ed efficienza
di risposta a livello territoriale, maggiori competenze
specifiche” - rimarca Chiara Montroni, 34 anni, agronomo e presidente
ANGA Bologna, che ha preso la parola in rappresentanza dei giovani
imprenditori.
Tra
le priorità del sindacato nel futuro: favorire lo sviluppo della
cultura d'impresa e il passaggio da produttore ad imprenditore;
elaborare
progetti unitari territoriali in tandem con gli altri settori economici
(in particolar modo industria e artigianato) per dare organicità di
strategia alle produzioni tipiche; promuovere l'aggregazione attraverso
le reti d'impresa; infine, sostenere gli imprenditori
nel difficile processo di internazionalizzazione verso l'acquisizione
di nuovi mercati.
“Una
mano però deve arrivare dal Governo” conclude Gianni Tosi, presidente
Confagricoltura Bologna, “non si può fare sindacato di
impresa se non si valorizza il ruolo dell'agricoltura in tutti i suoi
aspetti. A partire dal nodo della Trise, dell'Imu - che di nuovo incombe
sugli agricoltori - e dall'enorme peso burocratico di un sistema a dir
poco farraginoso. E' opportuno pensare a come
rilanciare il nostro paese nel suo complesso. Il settore manifatturiero
ha perso il 25% del valore della produzione fra il 2008 e il 2013,
oltre il 15 % delle imprese sono scomparse o sono in crisi. Non possiamo
perdere un comparto così importante ma è necessaria
una visione integrata dove non vi sia la predominanza di un settore
sugli altri. E noi, come sindacato agricolo, oggi più che mai,
dobbiamo
diventare artefici di un cambiamento e di un salto di qualità
definitivo che consenta di fornire il supporto necessario agli associati
per soddisfare i loro fabbisogni e le loro
esigenze. E passare a una nuova fase storica, quella di imprenditori
correlati in rete. Dobbiamo ribadire con forza il ruolo di sintesi e di
rappresentanza degli interessi agricoli e fungere sempre più da cerniera
tra le imprese, la politica e la pubblica
amministrazione”.
All'incontro hanno partecipato anche Massimo Ferrante, segretario C.N.A. Bologna; Umberto Cesari, titolare azienda agricola “Umberto Cesari”; Luigi Vannini, professore ordinario di Economia e Politica Agraria, corrispondente presso l’Accademia Nazionale d’Agricoltura; Beatrice Draghetti, presidente della Provincia di Bologna e Daniele Passini, Alleanza per le Cooperative di Bologna.
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