A Bertinoro (Fc) gli Stati Generali delle comunità appenniniche
Slow Food Italia con il Parco
Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna
e l’APT Servizi Emilia Romagna presentano oggi il programma
dell’evento “L’Appennino che verrà” – stati generali delle
comunità dell’Appennino, dall’8 al 10 novembre
nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi in Emilia Romagna e in
Toscana, nelle sedi Bagno di Romagna, Santa Sofia e Badia Prataglia. Si
confronteranno i protagonisti della
vita, della cultura, del tessuto agro-pastorale e produttivo
della catena montuosa che rappresenta la spina dorsale del
nostro Paese. Lo scopo sarà quello di individuare
problematiche comuni, proposte, istanze da sottoporre al mondo
politico e alle istituzioni, per rilanciare un’area che può
essere al centro di un nuova idea di sviluppo locale legato al
territorio. I documenti che saranno prodotti
in novembre costituiranno la base per l’elaborazione di un MANIFESTO, che
sarà presentato in Umbria a dicembre.
Si parlerà di temi fondamentali
che possono rappresentare una risorsa per il futuro di aree
definite marginali e di chi vi abita come il turismo
consapevole, l’ambiente dei parchi, delle foreste, delle
acque, della fauna selvatica, l’agricoltura e il nuovo ruolo
per la promozione dei prodotti e dei territori.
“Il Parco – ha ribadito il Presidente del
Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e
Campigna Luca Santini
- nel ventesimo anno della
sua istituzione, non può che farsi promotore di un progetto di
un alto valore sociale, culturale e ambientale per sostenere
e tutelare ogni iniziativa a vantaggio delle popolazioni che
vivono nell’area protetta e lungo i suoi confini tra Emilia
Romagna e Toscana. E’
necessario far emergere l’importanza strategica
del territorio perché capace di creare, mantenere e
gestire risorse fondamentali come l’acqua, l’aria e la sua
biodiversità. L’obiettivo è quello di lavorare per salvaguardare la
montagna e creare opportunità per gli abitanti, le
imprese e l’ambiente stesso. In questa direzione lavoreremo
insieme ai soggetti protagonisti di questo progetto per un
turismo sostenibile ed un’agricoltura di qualità per dare
delle risposte a chi quotidianamente vive in questi territori
e far emergere peculiarità e ricchezze in un nuovo modello di
sviluppo”.
"L'offerta di vacanza dell'Appennino
tosco-emiliano romagnolo - sottolinea Liviana Zanetti,
Presidente di Apt Servizi Emilia Romagna - con la sua
natura incontaminata, la ricchissima enogastronomia, le
tradizioni artigianali, gli antichi rituali sociali, senza
dimenticare gli impianti sportivi, rappresenta per noi una
risorsa turistica dal grande potenziale, in parte ancora
inesplorato ma su cui l’APT insieme ai partner del territorio
sta lavorando per rinforzare la promozione. In un'epoca sempre
più caratterizzata dal turismo slow, dal trionfo della
tipicità, dei sapori autentici del passato, del rispetto per
la biodiversità, il prodotto turistico Appennino risulta
quanto mai strategico, se sviluppato adeguatamente, per andare
alla conquista dei mercati turistici internazionali. Gli Stati
Generali delle Comunità dell'Appennino sono un momento
essenziale per dettare le linee dello sviluppo futuro di
questa realtà fondamentale”.
“Gli Appennini stanno vivendo – ha commentato
Antonio Cherchi,
Presidente Slow Food Emilia Romagna - un'emergenza legata alla
riduzione del numero delle aziende agricole e delle superfici
coltivate che ha forti implicazioni anche per l'equilibrio
ambientale del territorio. Durante gli Stati Generali
bisognerà lanciare un grande progetto economico, sociale ed
ambientale che punti ad un riscatto di quei territori guidato
dalla gente che li abita, che riesca ad attrarre nuovi
contadini, in particolare giovani, in un contesto che offra
una qualità della vita, in termini di accesso ai servizi e di
infrastrutture, non inferiore a quella delle città. Fino ad
oggi Slow Food si è preoccupato di salvare i prodotti e le
razze autoctone: oggi bisogna salvare i contadini. Questi
debbono dimostrare la capacità di interpretare in modo nuovo
il loro ruolo sociale, diventando contadini "a triplice
attitudine" per citare un attributo delle razze autoctone
presidi slow food: fare un'agricoltura di piccola scala,
sostenibile, basata sulla biodiversità, sulle forti tradizioni
culturali dei territori, sulla filiera corta ed un rapporto
molto più stretto con i consumatori, che li coinvolga
attivamente nel sostegno alla loro attività, facendoli
diventare, come afferma Carlin Petrini, coproduttori. Anche
perché le altre due attitudini sono quelle di continuare ad
essere custodi del territorio, integrando il loro reddito
svolgendo attività, come tenere puliti gli scoli delle acque o
i boschi, che ne preservino lo stato di salute e la bellezza,
e di proporsi per essere veicoli di un turismo consapevole e
rispettoso degli equilibri del territorio, a cominciare dal
rapporto con i discendenti degli emigrati”.
Per informazioni su come
partecipare ai lavori Centro Universitario di Bertinoro (CEUB) 0543 -4465500 - segreteria@ceub.it
L’evento è organizzato da Slow
Food Italia con il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi
Monte Falterona e Campigna e APT Emilia Romagna in
collaborazione con Regione Emilia Romagna, Regione Umbria,
Regione Toscana.
Nella foto: da
sinistra, Giuseppe Tolo, Slow Food, Gabriele Locatelli, Vice
Presidente Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte
Falterona e Campigna, Liviana Zanetti, Presidente APT Servizi
Emilia-Romagna, Antonio Nannini, Segretario Generale Camera di
Commercio di Forlì-Cesena
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