Domenica a Faenza l'inaugurazione della mostra sulle grotte del Parco della Vena del Gesso
Nel
solo Parco della Vena del Gesso Romagnola gli speleologi hanno
esplorato, fino ad oggi, oltre 200 grotte per uno sviluppo
complessivo che supera i 40 chilometri, inoltre ogni anno nuove
grotte vengono scoperte e messe a catasto, tanto da poter considerare
la Vena del Gesso romagnola tra le principali aree carsiche gessose
d'Italia.
Le
grotte della Vena sono un mondo buio e nascosto e tuttavia
straordinario.
Ci
sono cavità lunghe alcuni chilometri e profonde fino a 200 metri: è
un alternarsi di corsi d'acqua, gallerie, sale, pozzi e cunicoli con
diffusa presenza di concrezioni, erosioni e riempimenti unici nel
loro genere.
Queste
grotte non sono però di facile percorribilità e richiedono, quasi
sempre, la conoscenza delle tecniche speleologiche, nonché il
possesso di un'adeguata attrezzatura.
Nonostante
ciò, anche chi non è speleologo può conoscere, in parte, i
fenomeni carsici della Vena del Gesso.
Una
grotta parzialmente turistica, la Tanaccia, nei pressi di
Brisighella, consente a tanti di scendere facilmente in profondità
ed è, per questo, meta di periodiche ed affollate visite guidate.
Pure
i primi metri della Grotta del Re Tiberio, nei pressi di Borgo
Rivola, sono accessibili a tutti.
Anche
una camminata lungo i facili sentieri del Parco può riservare molte
sorprese.
Non
è necessario “andare in grotta” per far conoscenza diretta dei
fenomeni carsici.
Allo
sguardo attento non può sfuggire la diffusa presenza di ampie
depressioni – le doline - che raccolgono le acque e, tramite
profondi inghiottitoi, le convogliano nei torrenti sotterranei.
Se
poi si cammina più a valle, là dove le rocce non carsificabili si
sostituiscono al gesso, si intercettano gli stessi torrenti nei punti
in cui, dopo aver percorso centinaia di metri all'interno della
montagna di gesso, tornano finalmente alla luce del sole.
La
mostra che si inaugura domenica 22 settembre alle ore 16, presso il
Museo Civico di Scienze Naturali di Faenza, via Medaglie d’Oro, 51
si propone di illustrare questo ambiente e l’attività che in essa
svolgono gli speleologi.
La
mostra rimarrà aperta fino al 15 dicembre con i seguenti orari di
visita:
Sabato
dalle ore 9 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 18
Domenica
dalle ore 15 alle ore 18.
L’iniziativa
è promossa dal Museo Civico di Scienze Naturali e dalla Federazione
Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna, curata da Gruppo
Speleologico Faentino, Spleo GAM Mezzano, Ronda Speleologica Imolese.
Con
il patrocinio del Comune di Faenza e del Parco Regionale della Vena
del Gesso romagnola.
La
mostra è stata realizzato con il contributo della Fondazione Banca
del Monte e Cassa di Risparmio di Faenza e Federazione Speleologica
Regionale dell’Emilia-Romagna.
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