L’asina “Follia” verso Firenze, dov’è attesa per domani. Le polemiche sul titolo

by - 17:59




di Andrea Guolo
segretario Arga Interregionale

L’asina Follia, partita da Bologna il 25 giugno con destinazione Roma, è alle porte di Firenze. Il suo lungo viaggio attraverso l’Appennino, al seguito di Nicola Zezza, ha un valore simbolico che vi abbiamo raccontato e documentato in queste pagine. Follia, assieme alle sorelle e alla madre, stava per essere macellata in quanto il terreno dove era ricoverata, a seguito di piano regolatore, sta diventando zona artigianale con conseguente costruzione di capannoni, fabbriche e svincoli stradali, con ulteriore occupazione di suolo.

In questo particolare momento storico siamo costretti a vivere in situazioni di difficoltà sociale, relazionale, politica, economica, dimenticandoci che l’Italia, il “Bel Paese”, possiede dei valori intrinsechi che ne costituiscono il principale patrimonio e ricchezza. Siamo i giornalisti specializzati nell’ambiente, nell’agricoltura, nell’enogastronomia e nel territorio di un Paese che, secondo costituzione, tutela il proprio paesaggio. Troppe volte, per non ledere interessi economici altrui, siamo stati zitti di fronte allo scempio che ne è stato fatto.

Argaemiliaromagna.it continuerà a informare i propri associati sul viaggio dell’asina Follia, scelta doverosa per un’associazione che crede in questi valori intrinsechi e ne fa la propria bandiera, aprendo le sue pagine a interventi di chi, anche da altre regioni, vorrà documentarne o raccontarne il passaggio.

Infine, un altrettanto doveroso commento sul titolo scelto per la prima notizia lanciata da questo sito e sulle polemiche che ne sono seguite.

Chi scrive queste poche righe cura il sito Arga ed è da considerarsi responsabile delle scelte redazionali, titoli compresi. Il lavoro fatto è gratuito e a esclusivo servizio della categoria, per contribuire a diffondere le notizie che riguardano i nostri settori, spesso sostituendo le testate “tradizionali” che ne concedono poco. Il tutto all’interno di un’associazione che fa capo al Sindacato giornalisti e che riconosce nell’Ordine il proprio punto di riferimento per le questioni deontologiche.

Non era mia intenzione, ricorrendo a un titolo ad effetto (i titoli, si sa, servono anche per attrarre l’attenzione sulle notizie), offendere alcuna collega, tantomeno l’Ordine dei Giornalisti. Se non c’è stata corrispondenza tra intenzione e risultato, me ne scuso con chiunque si sia sentito offeso.



You May Also Like

0 commenti