Quante patate consuma un ristorante? Più di 30 quintali l'anno
“Ogni
ristorante italiano utilizza più di 60 chili di patate alla
settimana per un totale di oltre 30 quintali all’anno”.
È quanto ha
dichiarato Fabio Tacchella,
Team Manager della Nazionale Italiana Cuochi,
intervenendo al XVI Incontro Nazionale
sulla Patata organizzato a Bologna
dal Centro per la Documentazione della
Patata (Ce.Pa.).
“E da nord
a sud – ha affermato Tacchella – i grandi chef, ma anche le
semplici massaie, sanno apprezzare e interpretare al meglio la grande
ricchezza di varietà di patate coltivate nel nostro paese: comuni o
novelle, a pasta bianca o a pasta gialla, oppure a buccia rossa,
hanno attitudini culinarie diverse, ma sono accomunate da una grande
versatilità. Una caratteristica, questa, che la rende l’ingrediente
ideale per realizzare un menu completo, dall’antipasto al dolce,
all’insegna del gusto e della digeribilità”. Questo perché la
patata è un alimento gluten free adatto a tutti palati e a tutte le
età, anche in virtù dell’elevata presenza di sali minerali e
della bassa percentuale di grassi, nonché dell’importante
contenuto di vitamine e fibra alimentare utili per l’organismo
umano.
Fritte,
lessate, gratinate, cotte al forno, ma anche utilizzate come
ingredienti ideali per preparare ottime creme, gustosi tortini,
sfiziosi timballi e morbide pizze, le patate sono senza dubbio uno
degli ortaggi più apprezzati dagli italiani che ogni anno ne
consumano oltre 2,1 milioni di tonnellate. A dimostrazione del
crescente successo registrato sulle tavole del Bel Paese, negli
ultimi tempi la “regina” dell’orticoltura è una protagonista
sempre importante della cucina professionale, dalla ristorazione
collettiva a quella stellata.
“Introdotta
nell’alimentazione umana in Europa a metà dell’Ottocento – ha
aggiunto Tacchella – la patata si presta molto bene anche alle
nuove tecnologie utilizzate in cucina, dal forno a microonde alla
cottura sottovuoto in vaso, che consentono di salvaguardare gli aromi
e i profumi più tipici delle diverse varietà e tipologie”.
“Per poter
valorizzare ulteriormente questo prodotto e creare un rapporto sempre
più stretto e soddisfacente tra produzione e ristorazione – ha
concluso Tacchella – sarebbe però auspicabile poter contare su una
fornitura regolare di pezzatura omogenea, così da favorire la
realizzazione delle molteplici e differenti ricette”.
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