Piccoli miracoli italiani alla Due Giorni di Romagna
Ricca di emozioni
la 19° edizione della “Due giorni di Romagna“, carovana giornalistica
organizzata come sempre da Roberto Zalambani e che ha portato, dal 7 all’8
settembre, trenta colleghi della fascia adriatica a Lavezzola, Punta Marina,
Cannuzzo, Milano Marittima, Cervia e Villanova di Bagnacavallo.
Il ritorno
dopo 10 anni alla Surgital ha consentito di visitare quello che allora
era ancora un laboratorio artigianale, oggi trasformato nella prima azienda
italiana di produzione di pasta fresca surgelata, di sughi per la ristorazione
e di piatti pronti surgelati per il canale bar e snack. Complimenti alla
presidente Romana Tamburini, alla sua famiglia, alle collaboratrici e
agli chef.
A bordo
piscina del Palace di Milano Marittima, ammiraglia di un piccolo
impero che comprende 11 strutture
ricettive di eccellenza tra le quali il Grand Hotel di Rimini e il più grande
complesso alberghiero della Romania, i giornalisti hanno incontrato il patron e
fondatore Antonio Batani, terzo di sei figli di una famiglia mezzadrile
dell’ Appennino cesenate, mandato a far fortuna in Svizzera come cameriere. Un
altro ‘miracolo’ italiano.
La “Due
giorni“ ha consentito ai partecipanti di immergersi nelle atmosfere di “Sapore
di sale“ che a Cervia richiama i prodotti d’eccellenza lavorati con
l’oro bianco, per ricordare la Rimessa del sale, pluricentenaria festa di fine
lavoro: protagonista, tra gli altri, il Circolo pescatori La Pantofla con
laboratori di cucina e degustazioni
della tradizione marinara.
L’ arrivo,
quasi al tramonto del secondo giorno, a Villanova di Bagnacavallo, ha
consentito di vivere al suo apice la Sagra della Civiltà delle Erbe Palustri.
Vecchie botteghe, mestieri etnici italiani e spagnoli, bioarchitetture rurali,
la filiera corta del cocomero e del melone rospo, la cesteria ciociara e
salernitana, gli impagliatori della bassa bresciana, gli intrecciatori catalani
e andalusi e i pescatori sardi con le barche lagunari di giunco mentre tra
banchi e mercatini attirava l’ attenzione il “venditore di aria fritta“. Gli
applausi del popolo dovrebbero far fischiare le orecchie ai politici, ma anche
a noi giornalisti….
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