I nitrati nelle acque? Non dipendono dagli allevamenti, ma dagli scarichi industriali e civili. La posizione di Agrinsieme

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Nitrati nelle acque: l’Ispra (L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ‘assolve’ la zootecnia: il 90% della contaminazione
è dovuta agli scarichi industriali e civili
Fini (Agrinsieme Modena): “E’un risultato che discolpa un comparto troppo spesso criminalizzato e una voce nel panorama economico modenese
molto significativo
 
MODENA, 11 luglio 2014 -   “L’Ispra assolve la zootecnia, attestando che la contaminazione delle acque è da attribuirsi solo per il 10% ai nitrati contenuti nelle deiezioni animali distribuite nei campi per fertilizzare.  L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale conferma quindi quello che gli imprenditori agricoli hanno sempre sostenuto”.
E’ il commento di Cristiano Fini di Agrinsieme Modena, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative italiane (Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare). Secondo la ricerca dell’Ispra, infatti, il 90% della contaminazione è dovuta agli scarichi industriali e civili. I risultati dell’indagine sono stati resi noti il 28 maggio scorso dai ministeri dell'Ambiente e delle Politiche agricole.
“E’un risultato che discolpa un comparto troppo spesso criminalizzato – dice il coordinatore di Agrinsieme Fini – una voce nel panorama economico modenese molto significativo, ma che ha perso negli anni importanza e competitività per le numerose restrizioni normative”. Infatti i suini allevati a Modena sono calati nel 2013 di 22.400 capi, con una diminuzione del 7 per cento rispetto al 2012. Si arriva così a 295 mila 623 capi allevati, quando nel 2002 erano oltre 473 mila. “E’ giunto il momento – osserva infine Fini - di non colpevolizzare più le imprese, che peraltro osservano le rigorose normative ambientali e che incidono  pesantemente sui costi produttivi, ma fornire agli allevamenti tutti i supporti necessari per renderle più competitive, nel rispetto delle regole europee”.

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