Emilia Romagna, 600 nuove imprese agricole in tre anni

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COMUNICATO STAMPA                                                                                      Bologna, 4 giugno 2014
 
 
LAVORO: EMILIA ROMAGNA, 600 NUOVE IMPRESE AGRICOLE IN TRE ANNI
crescono soprattutto imprese multifunzionali, dall’agriturismo alle fattorie didattiche,
con punte di eccellenza nell’informatica che garantisce la tracciabilità dei prodotti
 
 
Nonostante la crisi, in Emilia Romagna, tra il 2011 e il 2013 più di 600 nuove imprese (al ritmo di 200 circa all’anno) si sono iscritte all’albo delle aziende agricole presso le Camere di Commercio. Lo comunica Coldiretti Emilia Romagna sulla base dei dati dell’Unione Camere Emilia Romagna e alla luce dei dati del Dossier “Lavorare e vivere green in Italia” elaborato in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente proclamata dall’Onu e presentato al Nelson Mandela Forum di Firenze, dove sono giunti diecimila coltivatori provenienti dalle diverse regioni insieme al Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e ai Ministri dell’ambiente Gian Luca Galletti e dell’agricoltura Maurizio Martina.
Secondo quanto è emerso all’incontro, nelle campagne italiane la green economy apre opportunità per oltre centomila posti di lavoro che possono contribuire alla crescita sostenibile e alla ripresa economica ed occupazionale del Paese dove è stato raggiunto il record storico nella disoccupazione giovanile.
Al forum è stato aperto l’Open Space “Lavorare con la green economy” con straordinari esempi di creatività: dall’agriarredatore, all’agrigelataio, dal wedding planner green, al bioingegnere. Esempi di punta del lavoro con la green economy, sono state due aziende dell’Emilia Romagna. L’azienda “Ca’ Lumaco” di Zocca (Modena) – sottolinea Coldiretti – utilizza le più moderne tecnologie elettroniche per salvare dall’estinzione la Mora Romagnola, una delle razze di maiale più antiche dell'Emilia Romagna, autentico patrimonio per la biodiversità. In collaborazione con il Politecnico di Milano, il titolare Emanuele Ferri ha introdotto nella sua stalla il “Grande Fratello“ attraverso una web cam consultabile anche tramite iPhone. La marchiatura degli animali avviene con un microchip che permette di risalire all'intero albero genealogico dei piccoli maiali. Acquistando i salumi dell’azienda, è possibile conoscere quindi anche il tipo di alimentazione, le attenzioni riservate agli animali, tutti i controlli veterinari, l'igiene degli ambienti e persino la cura della stagionatura delle carni.
Biodiversità e salvaguardia del territorio – continua la Coldiretti – sono le “mission” dell’azienda agricola Remedia, che nella zona di Quarto di Sarsina, nel Forlivese, coltiva circa 10 ettari con oltre 150 specie di erbe aromatiche e officinali che trasforma in più di mille preparati per prodotti erboristici e cosmesi vegetale direttamente nel proprio laboratorio, offrendo lavoro a più di 30 persone, portando avanti al contempo un’attività di ricerca all’avanguardia che consente di “sfornare” prodotti sempre più innovativi. Il rispetto della natura, parte integrante della missione di Remedia, inizia dalla coltivazione che non solo è biologica ma anche bioenergetica, cioè supportata – evidenzia la Coldiretti – da un metodo sviluppato in seno all'azienda stessa per migliorare ulteriormente la fertilità dei terreni e la salute delle piante.
Si tratta – commenta Coldiretti Emilia Romagna – di testimonianze del profondo processo di rinnovamento green in atto nelle campagne in Emilia Romagna dove l’8 per cento dei titolari d’impresa ha meno di 40 anni ed è alla guida di 5.800 imprese. Di queste circa il 70 per cento - continua Coldiretti - opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita diretta alla trasformazione aziendale.
“Oggi nelle campagne il lavoro c’è sia per chi vuole intraprendere con idee innovative che per chi vuole trovare una occupazione anche temporanea” ha dichiarato il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello, sottolineando che “l’ esperienza dimostra che molti giovani hanno saputo riconoscere ed incarnare le potenzialità del territorio trovando opportunità occupazionali ma anche una migliore qualità della vita”.
Venute meno le garanzie del posto fisso che caratterizzavano le occupazioni tradizionali – commenta Coldiretti – sono emerse tutte le criticità di lavori che in molti considerano ripetitivi e poco gratificanti rispetto al lavoro in campagna. Lo dimostra il fatto che, secondo un sondaggio Coldiretti-Ixè, tra i desideri nascosti degli italiani ci sarebbe proprio quello di tornare a vivere in campagna (il 32,7 per cento). Un interesse che riguarda anche i giovani under 35 che nel 46 per cento dei casi cambierebbero l’impiego attuale per diventare imprenditore agricolo se avesse la possibilità di acquisire un terreno, con una percentuale in aumento del 10 per cento rispetto al 2013.

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