Consumo del suolo, Coldiretti Emilia Romagna lancia l'allarme: "rischio frane e alluvioni"

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AMBIENTE
CONSUMO SUOLO IN EMILIA ROMAGNA AUMENTA RISCHIO FRANE E ALLUVIONI
 
Il consumo di suolo e la cementificazione in Emilia Romagna hanno ridotto la capacità dell’assorbimento dell’acqua da parte dei terreni e aumentato il rischio di frane e alluvioni. E’ quanto afferma Coldiretti Emilia Romagna nel commentare il nuovo rapporto sul consumo di suolo dell’Istituto superiore per la Protezione e la ricerca Ambientale (Ispra).
Secondo il rapporto, in termini di percentuale di suolo consumato, dopo la Lombardia e il Veneto, l’Emilia Romagna, insieme a Lazio, Campania, Puglia e Sicilia è la regione con il valori più alti. Secondo l’Ispra, su una superficie totale regionale di 2.212.309 ettari, il consumo di suolo da Piacenza a Rimini nel 2012 è stato pari ad una percentuale variabile tra il 6,9% e il 10,2% (i dati, specifica la stessa Ispra, sono ancora da definire con precisione) rispetto alla superficie totale della regione. In un solo anno è stato consumato suolo per un quantitativo variabile da 152.650 a 225.655 ettari. Nel 1950 – ricorda Coldiretti – il consumo di suolo era limitata ad una percentuale variabile dall’1,7 al 3,2 per cento.
L’aumento delle superfici rese impermeabili dall’urbanizzazione e dalla cementificazione – sottolinea Coldiretti – ha ridotto la capacità del terreno di assorbire acqua proprio in un momento in cui i cambiamenti climatici hanno provocato un aumento dei quantitativi di pioggia in tempi sempre più ridotti. Secondo i dati Istat, in Emilia Romagna, tra il 1990 e il 2010, sono stati consumati 345 mila ettari di superficie agricola, il 20 per cento della superficie totale agricola regionale.
La conseguenza – afferma Coldiretti – è un aumento del rischio di alluvioni e un incremento della situazione franosa della nostra regione. Secondo elaborazioni Coldiretti su dati del servizio Geologico regionale, in Emilia Romagna ci sono quasi 40 mila frane attive, per una superficie di 73.600 ettari, e più di 33 mila frane quiescenti, che coprono 182.153 ettari. In pratica l’11,5 per cento del territorio regionale è soggetta frane, percentuale che aumenta decisamente se si considera che la provincia di Ferrara e tutto il territorio a nord della via Emilia sono esenti da frane. Ad essere più colpito, ovviamente, è il territorio collinare e montano, area dove – ricorda Coldiretti – è in forte calo la presenza dell’agricoltura. Tra il 1990 e il 2010, l’Istat ha fotografato una vera e propria fuga, con il dimezzamento delle aziende agricole passate dalle 64 mila dell’inizio degli anni Novanta alle 27.420 del 2010. Il venir meno della cura dei terreni e dei fossi – commenta Coldiretti – ha contribuito non poco alla diffusione delle frane che in questo periodo interessano tutta la dorsale appenninica dell’Emilia Romagna.

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