Emilia Romagna in lutto per la scomparsa di Gino Badini. Ci lascia un grande reggiano

by - 19:29

di Gabriele Arlotti
Versione integrale pubblicata su Redacon
http://www.redacon.it/2013/09/24/lutto-per-la-cultura-si-e-spento-gino-badini/


Si è spento così, come forse chiunque innamorato del proprio mestiere potrebbe auspicare per il proprio commiato dalla vita. Sul ‘proprio teatro’ che, in questo caso, era il suo impegno presso la sede della Deputazione di Storia  Patria, presso il palazzo della Provincia in città. Era Gino Badini, 73 anni, storico, direttore di Reggio Storia e già direttore dell’Archivio di Stato di Reggio dal 1974 al 2007, ma anche presidente dell’Istituto reggiano per la storia del Risorgimento e presidente emerito dell’Associazione Stampa Reggiana “G. Bedeschi” (fu lui a volerci nel rinnovato consiglio). Quest’oggi, all’ora di pranzo, la moglie Deanna, non vedendolo rientrare a pranzo si è allarmata e ha effettuato la triste scoperta.

“Persona affabile, disponibile – ricorda Michele Campani, direttore – era sempre presente alle iniziative della montagna. ‘Per me è come andare a nozze’ mi rispondeva divertito ai miei inviti, l’ultimo dei quali domenica prossima, quelli precedenti ai raduni annuali di Tuttomontagna. Un legame fortissimo, il suo, con l’Appennino, la sua storia ampiamente descritta nella sua rivista, le sue persone, la sua cultura. Con lui, che ne era stato tra gli ideatori, ho avuto il piacere di condividere ‘Media Memoriae’ il convegno nazionale dei cronisti delle tradizioni e dei periodici di culture e storie locali”. Grande l’amicizia con molti montanari e colleghi di storia, tra i quali la famiglia di Giuseppe Giovanelli, incredula alla morte dell’amico.

Proprio giovedì scorso Gino Badini illustrava ai componenti dell’Associazione Stampa reggiana la trasferta ultima ad Alessandria per ‘Media Memoriae’, la premura di mantenere un profilo ristretto, non potendo coinvolgere le oltre 2.500 testate presenti in Italia, l’edizione del prossimo anno…
Aveva proposto, anche, per l’anno venturo un incontro congiunto con il Rotary sui temi dell’informazione a livello nazionale e, proprio giovedì scorso, era stato applaudito dai colleghi per la sua nomina a benemerito dell’Arma.


IL PROFILO
Gino Badini, 68 anni, si era laureato in giurisprudenza, era avvocato, diplomato in archivistica, paleografia e diplomatica. Dal 1984 era presidente dell’Istituto reggiano per la storia del Risorgimento, e dal 2008 presidente della Deputazione reggiana di Storia Patria.. A maggio aveva ceduto il timone della presidenza dell’Associazione stampa Reggiana “G. Bedeschi” a Giuseppe Adriano Rossi che, a sua volta, aveva proposta la nomina a presidente emerito.
Prima ancora era stato dirigente dell’Archivio di Stato di Reggio Emilia nel periodo 1974-2007. Dal 1981, in qualità di professore a contratto aveva insegnato materie archivistiche e della ricerca storica nelle Università di Bologna (Facoltà di magistero), di Parma (Facoltà di economia e commercio) e nell’Ateneo di Firenze (Facoltà di lettere e filosofia). Aveva insegnato inoltre nelle Scuole di archivistica, paleografia e diplomatica di Parma e Mantova. Fu vicepresidente nel periodo 1986-1993 dell’Istituto dei beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia Romagna. Autore di numerosissime monografie storiche e di un manuale di Archivistica ecclesiastica (giunto alla III edizione); giornalista pubblicista dal 1981 ha collaborato con diversi giornali locali e con riviste nazionali. Sua creatura è la rivista trimestrale “Reggio Storia”, per la diffusione della cultura storica e per la valorizzazione del patrimonio documentario in ambito locale, di cui era direttore.
Sei anni fa aveva contribuito all’ideazione ‘Media Memoriae’ il convegno nazionale dei cronisti delle tradizioni e dei periodici di culture e storie locali. Membro del Rotary, negli ultimi giorni era stato nominato benemerito dell’Arma che, lo scorso giovedì, gli era valso l’ultimo applauso dei colleghi nel consiglio dell’Associazione stampa reggiana.




Molti i messaggi di cordoglio giunti dal mondo Arga, che Gino Badini frequentava da tanti anni. Ci sembra giusto dare spazio almeno a uno, dei colleghi di Arga Toscana

Attraverso la rete di Arga Interregionale ho conosciuto Gino Badini di cui ho apprezzato fin da subito le sue competenze storiche ed archivistiche, la passione nella scoperta di nuove cose, la sua capacità di saper trasmettere le notizie in suo possesso e di saperle poi divulgare con facilità. 

La Toscana, nei tempi recenti è debitrice a Gino Badini di due iniziative veramente importanti che sono ancora oggi nella memoria delle terre di Fucecchio e di San Miniato. A Fucecchio, città di Indro Montanelli, si ricorda il convegno di Media Memoriae che ebbe ottimi riscontri per la novità dell'iniziativa proposta. Fu proprio in quell'occasione che attraverso la consegna del primo tricolore al sindaco di Fucecchio, che mettemmo in programma, di lì a poche settimane, una iniziativa, nell'ambito della Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco di San Miniato, che ricordasse l'Unità d'Italia. Di quella giornata Gino Badini fu il sobrio e competente ideatore e protagonista e tutti apprezzarono la sua cordialità e la sua capacità di far amare ai giovani e agli studenti la Storia Patria. Regalò alla città di San Miniato anche un documento allora non conosciuto che trovò subito casa nella pubblicazione riassuntiva che il Comune di San Miniato dedicò all'anno centocinquantesimo dall'Unità d'Italia. Si trattava di un discorso commemorativo tenuto da Giosuè Carducci (che ebbe in seguito trascorsi sanminiatesi) a Reggio Emilia il 7 gennaio 1897. Fu molto apprezzato al pari della sua conoscenza di un altro abitante noto di San Miniato Augusto Conti di cui Gino conosceva molte più cose di noi toscani. Ma fu apprezzato in ogni occasione in cui, con il primo tricolore in mano, ambasciatore dopo tanti anni di quell'unità d'Italia che 150 anni fa fu costruita col sangue, il coraggio e la fatica, trasmetteva l'attualità di quei fatti, 
Ognuno di noi, nel quotidiano, è chiamato a costruire, nel suo piccolo, l'Unità d'Italia ancora oggi. 
Grazie Gino per il tuo esempio.
 
Fabrizio Mandorlini
Segretario Arga Toscana


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