"Lamone bene comune". Il contratto di fiume raccontato dal nostro inviato Roberto Aguzzoni

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di Roberto Aguzzoni

Un contratto di fiume per il bene comune, il messaggio-progetto lanciato sabato 8 maggio scorso a Villanova di Bagnacavallo (RA) in occasione di un convegno che ha visto percorrere idealmente le sponde del Lamone amministratori locali e del territorio emiliano-romagnolo, studiosi, tecnici e giornalisti. 

Il Lamone è il fiume che più di ogni altro ha raccolto le storie grandi e piccole della Romagna. Lungo il suo corso si sono consumati eventi storici, vicende di antiche Signorie e si sono sviluppate tradizioni e attività umane che hanno caratterizzato la cultura del territorio romagnolo. E’ stato probabilmente anche l’unico fiume che sia “sfociato” in un giornale, dando il nome appunto al famoso foglio faentino “Il Lamone” di fine Ottocento - inizio Novecento. E tutt’oggi può ancora dare molto, facendosi vettore di un progetto addirittura più grande della sua portata d’acqua. Entrati più che mai con evidenza nell’era post-industriale, il territorio chiede oggi di sfidare l’emergenza economica e ambientale favorendo la crescita di un turismo consapevole che vada a coniugare giusto profitto ed etica. Sotto questo punto di vista, il Lamone può essere un grande soggetto, congiungendo il crinale appenninico all’Adriatico, dalla sorgente della Colla di Casaglia alla foce fra le frazioni costiere ravennati di Marina Romea e Casalborsetti. Vettore di culture e tecniche artigianali di secoli passati, di culture di uso del “selvatico” tipiche dei popoli raccoglitori, di culture e tradizioni del cibo dalle castagne della collina al cocomero della pianura e al pesce delle valli e del mare. In sintesi, culture della fruizione consapevole del territorio e dei suoi prodotti. Nel corso degli anni, in particolare nell’ultimo decennio il fiume ha “riscoperto” anche la sua funzione di corridoio ecologico, fungendo da autostrada ad alcune particolari specie faunistiche che dalla collina hanno fatto ricomparsa in pianura dopo un’assenza superiore al secolo. 

Purtroppo negli ultimi vent’anni la qualità delle acque del fiume è molto degradata, ed anche questo aspetto sarà uno dei punti sui quali si dovranno concentrare le attenzioni degli stakeholders per costituire il sistema al quale tende il progetto per il contratto di fiume. Il convegno si è tenuto nella sala dell’Ecomuseo delle Erbe Palustri di Villanova di Bagnacavallo, recentemente inaugurato (notizie Arga del 15 maggio 2013). Ha aperto i lavori Maria Rosa Bagnari, responsabile delle attività dell’Ecomuseo e coordinatrice del progetto “Lamone Bene Comune”, alla quale hanno fatto seguito le relazioni degli amministratori locali e del territorio emiliano-romagnolo e dei vari tecnici convenuti (notizie Arga del 3 giugno 2013). Ha coordinato i lavori il giornalista Roberto Zalambani, Segretario Nazionale Unaga e Consigliere nazionale dell'Ordine Giornalisti. A conclusione lavori è stato messo a disposizione degli intervenuti un buffet di specialità enogastronomiche del luogo. 
(Info: Ecomuseo delle Erbe Palustri, Via Ungaretti, 1 - Villanova di Bagnacavallo (RA) Tel. 0545 47122 - Fax: 0545 47950 - www.erbepalustri.it)

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