Eima conferma fino al 2030. Goldoni: "Bologna capitale mondiale della meccanica agricola"

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Eima, il salone internazionale delle macchine agricole, rimarrà a Bologna fino al 2030. Lo sancisce l’accordo appena siglato tra Federunacoma (la Federazione dei costruttori di macchine agricole di Confindustria) e BolognaFiere, che è stato presentato ieri alla presenza del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, del sindaco di Bologna, Virginio Merola, del presidente di Federunacoma, Massimo Goldoni e dei vertici di BolognaFiere, con il presidente Franco Boni e il direttore generale Antonio Bruzzone. “Questo accordo – ammette soddisfatto Goldoni – consacra la città di Bologna come capitale mondiale della meccanica agricola”. Franco Boni parla di “una trattativa vinta grazie all’importanza dei rapporti umani” e tira un respiro di sollievo quando ammette che “a un certo punto sembrava che la manifestazione potrebbe spostarsi in altri quartieri fieristici”, con un chiaro riferimento alla Fiera di Milano che ha fatto di tutto per attirare il salone.

La Fiera sta reagendo e l’attuale dirigenza sta facendo un ottimo lavoro”, ammette Merola, che rilancia l’obiettivo di una holding regionale unica al più presto: “voglio accelerare quel progetto, d’intesa con il presidente Bonaccini”. Con questo accordo, per Bonaccnini, “si mette un punto fermo sull’obiettivo di rendere Bologna capitale della meccanica agricola mondiale”, argomento nel quale rientra il progetto di restyling: “avevamo promesso come di intervenire sul quartiere - ricorda Bonaccini – e stiamo mantenendo la promessa. Importante, visto che il sistema fieristico è un pezzo rilevante del sistema di promozione e internazionalizzazione del nostro territorio regionale”.

Perno centrale dell’accordo, come spesso si è detto, è l’avvio immediato del progetto di revamping (leggi ristrutturazione) del salone fieristico, che – ha spiegato il direttore generale del quartiere fieristico –, durerà otto anni e avrà step intermedi, organizzati per bienni. Il primo, che partirà a settembre 2017, prevederà la demolizione dei padiglioni 29 e 30, che verranno rifatti in tempo per il Cersaie ed Eima nel 2018. L’aspetto più innovativo sarà un ‘ponte’ che collegherà i primi piani dei padiglioni 20-25 e 18. Entro il 2020 dovrà essere pronto quindi il nuovo ingresso Nord “che avrà una dignità di ingresso per i visitatori e non solo di servizio, come oggi“, chiarisce Bruzzone. A seguire il nuovo ingresso totalmente rinnovato in piazza della Costituzione, il cui futuro dipende però dalla partita che si sta giocando in questi giorni rispetto al conferimento del Palazzo degli Affari da parte della Camera di Commercio e del Palazzo dei Congressi da parte del Comune, annunciato oggi dal sindaco Merola. La palla tocca ora ai soci della Fiera, che dovranno decidere se accettare questi conferimenti che andranno necessariamente a influire sulle quote proprietarie della società spostando definitivamente il pallino sull’asse dei soci pubblici, eventualità che i privati osteggiano da tempo.


Tratto da Il Resto del Carlino, 2 febbraio 2017

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