Venerdì 25 novembre: Le imprenditrici di Confagricoltura Donna in piazza a Bologna con le "clementine antiviolenza"

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Venerdì 25 novembre (p.zza de’ Celestini dalle ore 9 alle 13)
Offerta libera di “clementine antiviolenza” a favore della Casa delle Donne Onlus

Dire no alla violenza contro le donne. Le imprenditrici di Confagricoltura Donna scendono in piazza a Bologna con le “clementine antiviolenza”, venerdì 25 novembre (p.zza de’ Celestini dalle ore 9 alle 13), in occasione della Giornata mondiale della violenza sulle donne e per non dimenticare Fabiana Luzzi: la sedicenne di Corigliano Calabro massacrata nell’estate del 2013 dall’ex-fidanzato in un agrumeto della cittadina ionica e presa a simbolo di tutte le donne vittime di non amore. L’iniziativa a valenza nazionale si svolgerà in contemporanea anche a Cremona, Bari e Cosenza, in quattro città d’Italia.

«Ancora una volta, per il quarto anno consecutivo, Confagricoltura Donna è in prima linea, a Bologna, nella lotta contro la violenza sulle donne. Il 25 novembre le imprenditrici agricole saranno in piazza de' Celestini con le “clementine antiviolenza” per ribadire, insieme alle altre piazze italiane coinvolte nell'iniziativa, l'impegno di Confagricoltura Donna in azioni concrete tese a sostenere chi si impegna a combattere la piaga del femminicidio e delle tante forme di violenza subite dalle donne». Lo dichiara Rosanna Scipioni, Presidente di Confagricoltura Donna Emilia Romagna, associazione regionale che ha concentrato il proprio impegno sulla città di Bologna e che sta organizzando e coordinando l'evento.


«Le clementine - prosegue Rosanna Scipioni – sono diventate il simbolo di questa lotta perché associate fin dall'inizio all'atroce uccisione di Fabiana Luzzi in un agrumeto della piana di Sibari, e il ricavato delle clementine, offerte da Confagricoltura Bologna, sarà interamente devoluto, come per le passate edizioni, alla Casa delle Donne Onlus per non subire violenza. Si tratta di un eccezionale sodalizio, consolidatosi negli anni, che vuole contrapporre una barriera di “donne per le donne” all'indicibile barbarie che vediamo consumarsi con mostruosa frequenza».

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