Proteggere la castagna dal declino. Sabato a Vergato (Bo) incontro su un patrimonio dell'Appennino

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La castagna nel corso dei secoli ha rappresentato per l’Appennino il fulcro di ogni attività, per i suoi frutti, il suo legno, la sua corteccia. Dalla raccolta e dalla sua conservazione dipendevano le vite di tutti, tra i monti. Oggi ci restano racconti e tradizioni, in uno scenario che è radicalmente mutato, in Appennino. Non solo la castagna non è più la protagonista indiscussa dei ritmi di vita tra i monti, è insidiata da parassiti, incuria e declino. Ma la castagna, e ancor più il marrone, possono aspirare ad un futuro promettente e prospero, se si mettono in campo volontà tese ad una rinascita e ad una riqualificazione del prodotto, in tutte le sue declinazioni d’utilizzo.

Per delineare questi possibili scenari, è stato organizzato dall’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese (Castel d'Aiano, Castel di Casio, Castiglione dei Pepoli, Gaggio Montano, Grizzana Morandi, Marzabotto, Monzuno, San Benedetto val di Sambro, Vergato) un convegno intitolato “Cavar le castagne dal fuoco. Problemi e prospettive per la castanicoltura”, che si terrà sabato 31 gennaio alle 15 a Vergato, nella sala dell’Unione in piazza Berlinguer 301. Interverranno amministratori e tecnici, per delineare scenari, per avanzare proposte: tra essi Romano Franchi, Giuseppe Nanni, Alberto Baldazzi, Salvatore Argentieri, Vladimiro Ferri, Renzo Panzacchi, Nicoletta Vai, Massimo Bariselli. Coordinerà i lavori Gabriele Cremonini. Le conclusioni verranno tratte da Simona Caselli, assessore regionale all’Agricoltura.


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