Piacenza, il Consorzio "La Carne che Piace" rilancia la tradizione del bollito

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PIACENZA -  Una giornata di seminari per spiegare che cosa sia il Consorzio La Carne che Piace, come funziona, gli effetti benefici della carne nell’alimentazione umana, ma anche il benessere animale e la particolare attenzione all’alimentazione dei bovini. E per concludere, elogio della tradizione con il bollito, gli anolini in brodo, la ciambella e i vini Doc piacentini. Al Campus agroalimentare Raineri-Marcora è andato in scena “al dè d’al less”, con 330 ospiti, la giornata organizzata dal Consorzio piacentino di carni bovine e suine che raggruppa ormai 30 soci, oltre a macellatori, macellai e trasportatori. E i soci non hanno dimenticato la solidarietà, promuovendo una raccolta di fondi per la Casa del fanciullo. Il Consorzio si è presentato alla città con questa iniziativa, ma i suoi obiettivi sono quelli di acquisire visibilità e mercato anche all'esterno. E due esempi ne sono la partecipazione al Lombardia Expo Tour a Monza e la recente adesione di una macelleria in provincia di Lodi.

Il preside Teresa Andena ha elogiato la filiera corta come garanzia di qualità e salubrità rivolgendosi agli studenti come futuri operatori del settore. Il presidente del Consorzio, Giampaolo Maloberti ha poi spiegato l’importanza del progetto che prevede carne di qualità, un disciplinare con l’uso di semi di lino negli ultimi mesi di vita dell’animale, l’ulteriore abbattimento di farmaci del 20 per cento oltre a quello previsto dalla legge, la frollatura obbligatoria. Il macellaio Claudio Dadomo ha mostrato dal vivo come si taglia un quarto anteriore di bovino, dal quale si ricavano i vari tagli di carne che poi finiscono nel piatto. Una dimostrazione che ha catturato l’attenzione dai ragazzi dell’istituto agrario, del professionale agrario e del professionale alberghiero (applauditissimi a fine serata per l’ottimo lavoro svolto in cucina e in sala).

I dati sul calo del consumo di carne sono stati portati da Valter Cabrini, veterinario del Consorzio. In Italia si consumano circa 20 chili di carne pro capite l’anno e gli italiani sono i secondo consumatori in Europa dopo la Francia. A livello mondiale, invece, si impone l’Uruguay con 58 chili. Un dato che fa riflettere è che l’Italia importa il 50% della carne che consuma. Il problema può essere rappresentato dai Paesi come India e Cina, fermi rispettivamente a 4,7 e 5,5 chili pro capite. L’aumento dei consumi da parte di questi Paesi pone grandi sfide perché ci sarà bisogno di più carne. Se è vero che il prezzo della carne aumenterà ci sarà anche un altro rischio: se solo aumenterà dell’1% il consumo di carne di cinesi e indiani la produzione mondiale non sarà più sufficiente.

Il nutrizionista Carlo Sgroifo Rossi (Dipartimento di veterinaria dell’università statale di Milano) ha parlato della produzione sostenibile - risparmio di energia, meno inquinamento - e della qualità della carne bovina. La necessità di nutrire 9 miliardi di persone nel 2050 dovrà portare ad avere allevamenti più efficienti e controlli più drastici sulla sicurezza, cosa che avviene oggi in Europa, ma non in altre parti del mondo dove per produrre la stesa quantità di carne seve un consumo di energia ben superiore a quella usata nel Vecchio continente. E si dovrà anche abbattere il gap tra Paesi benestanti e quelli poveri, perché oggi a fronte di 3,5 milioni di persone che muoiono di fame ogni anno, ci sono un miliardo di abitanti del mondo occidentale in sovrappeso. Sgroifo ha concluso avvertendo di verificare bene la carne di importazione extra Ue perché spesso contiene additivi e sostanze ormai vietate da decenni in Italia.

Mario Lateana, medico dietologo, già docente a Scienze alimentari all’università di Parma ha tratteggiato i benefici della carne nell’alimentazione umana, che può portare anche all’abbattimento di molte disfunzioni e migliorare la salute umana.

E anche Riccardo Compiani, veterinario, ricercatore all’università di Milano ha sottolineato come alimentazione animale con semi di lino e frollatura della carne siano due tratti distintivi del Consorzio per dare maggior qualità.

Nel pomeriggio, infine, molto apprezzata la relazione sul brodo dello chef Ettore Ferri (La Colonna) e di come realizzare un buon bollito, mentre la bontà degli allevamenti e la cura degli animali nelle aziende del Consorzio è stata illustrata al pubblico dai soci Sara Bongiorni, Elisa Leonardi, Angelo Ferrari, Achille Maltagliati, Claudio Casonato, Monica Rebecchi.

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