Ricerca Nomisma, i giovani e l'agricoltura. Presentazione a Bologna il 13 novembre
Comunicato stampa
I GIOVANI, TRA “RITORNO ALLA TERRA” E “FUGA DALLE CAMPAGNE”
LE PRIME ANTICIPAZIONI DELLA RICERCA NOMISMA A EIMA
Agricoltura under 40 frenata in Italia da un basso ricambio
generazionale ma anche da una visione limitante sulle possibilità di sviluppo
del settore. Si scopre dai primi numeri della ricerca Nomisma 2014 sui giovani
agricoltori e non, promossa da L’Informatore
Agrario e FederUnacoma con Cattolica Assicurazioni, che sarà presentata il
13 novembre a BolognaFiere.
È vero
che in tempi di crisi sempre più giovani guardano al settore agroalimentare come risorsa occupazionale? Quali sono le
dimensioni del fenomeno e quali le reali prospettive di impiego? Le risposte a
Eima, il 13 novembre, a BolognaFiere, nel convegno
organizzato da L’Informatore Agrario e FederUnacoma con la sponsorship di
Cattolica Assicurazioni alle 15 (Sala Quadriportico) dove saranno
presentati i risultati di una ricerca
effettuata quest’anno da Nomisma su
un campione di 1.125 giovani di età
inferiore ai 40 anni, di cui 607 agricoltori. Seguiranno gli interventi del
Ministro delle politiche agricole Maurizio
Martina, e dell’europarlamentare Paolo De Castro, nonché una tavola rotonda
con i presidenti delle organizzazioni di rappresentanza dei giovani
agricoltori.
ITALIA
FANALINO DI CODA IN EUROPA PER L’AGRICOLTURA UNDER 40. L’indagine
Nomisma parte da uno scenario di riferimento imprescindibile per valutare la
sostenibilità futura del settore primario in Italia e la reale portata della
presunta “corsa all’agricoltura”. Il trend
occupazionale tra il 2008 e il 2013 è negativo: se coloro che hanno un
impiego in questo comparto sono diminuiti del 6%, quelli con meno di 24 anni
registrano un calo più che doppio, pari al-15%. A questo dato va aggiunto il
singolare tasso di senilizzazione di cui soffre il nostro Paese rispetto ad
altre nazioni europee: se in Italia gli imprenditori agricoli con oltre 65 anni
di età costituiscono il 37% del totale, contro il 5% di chi invece ha meno di
35 anni, in Francia gli over 65 sono pari al 12%, mentre in Germania sono solo
il 5,3%. Questa struttura demografica si riflette ovviamente sull’indice di
ricambio generazionale (rapporto tra imprenditori con meno di 35 anni e
imprenditori con oltre 65 anni) che vede l’Italia in una posizione di debolezza
relativa rispetto ai principali Paesi europei. Se in Italia l’indice di
ricambio generazionale è pari al 14% (nel 1990 era il 17,5%), vale a dire 14
giovani ogni 100 anziani, tale rapporto in Spagna è del 18%, del 73% in Francia
e addirittura del 134% in Germania (media UE-27=25%).
Per quanto riguarda invece la
diffusione dell’innovazione, la stessa non tarda a farsi strada nelle aziende
giovani: l’intensità del lavoro per ettaro di SAU è più bassa nelle aziende
agricole giovani (9,7 giornate/ettaro rispetto alla media di 10,5), indice di
una maggior innovazione/meccanizzazione; la media settoriale di chi possiede un
computer è limitata al 3,8% delle aziende, un dato che nelle realtà condotte da
giovani agricoltori raggiunge il 45,5%. Ben il 46,4% dei giovani propendono
inoltre per diversificare le
attività, rispetto al 37,4% degli over 40.
INNOVAZIONE
FRENATA DA LIMITI ECONOMICI E BUROCRATICI. Al desiderio di innovare, individuato
nel campione dei giovani agricoltori, si frappone una visione di agricoltura
limitante. Tra gli handicap per lo sviluppo dell’attività sono stati additati
la burocrazia e la difficoltà a
reperire risorse finanziarie per
effettuare investimenti finalizzati ad aumentare il tasso di competitività.
Dalla ricerca Nomisma emerge che meno del 10% dei giovani agricoltori è
soddisfatto della propria dotazione di macchine e attrezzature, e, infatti, 3
agricoltori su 4 dichiarano di essere intenzionati ad acquistare nuove macchine
agricole nei prossimi 5 anni, anche se permane una sensazione di incertezza per
il futuro. Influisce negativamente la percezione da parte del 67% degli
intervistati di essere considerati dall’opinione pubblica – in qualità di
agricoltori - di “rango sociale” inferiore. Questa sensazione negativa porta il
47% dei giovani agricoltori ad auspicare che i propri figli continuino
l’attività agricola a patto di un miglioramento delle condizioni economiche del
settore, mentre un 10% si augura che possano trovare occupazione in un altro
comparto. Sensazioni simili e per la massima parte di segno negativo, giungono
anche dal campione di giovani non agricoltori. Serpeggia l’idea che
all’agricoltura corrisponda fatica e povertà, anche se ne viene riconosciuta
l’utilità sociale, ambientale ed economica per la collettività.
“GIOVANI IN AGRICOLTURA,
RISORSE PER IL PAESE. PROSPETTIVE, POLITICHE E OPPORTUNITÀ”
Il CONVEGNO, coordinato da Antonio Boschetti, direttore responsabile de L’Informatore Agrario, si aprirà con i saluti di Massimo Goldoni, presidente FederUnacoma e di Paolo
Bedoni, Presidente Cattolica Assicurazioni. Seguirà la presentazione della
ricerca da parte di Denis Pantini e
Massimo Spigola di Nomisma cui farà seguito l’intervento sui numeri
dell’istruzione universitaria in Agraria da parte di Andrea Cammelli, del Consorzio interuniversitario Alma Laurea.
Chiuderanno la parte convegnistica gli interventi dell’Europarlamentare Paolo De Castro e del Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina sulle
opportunità future per i giovani in agricoltura e sulle politiche europee e
nazionali a supporto.
Seguirà una TAVOLA ROTONDA con Matteo Bartolini, Presidente del Consiglio
europeo dei giovani agricoltori (Ceja), Raffaele Maiorano, Presidente dei
Giovani di Confagricoltura (Anga), Maria Letizia Gardoni, Presidente Coldiretti
Giovani Impresa e Maria Pirrone, Presidente Agia, Associazione giovani
imprenditori agricoli (Cia).
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