Filiere Bio 2020, una nuova piattaforma a sostegno della produzione biologica
CONFAGRICOLTURA E CIA DELL’EMILIA ROMAGNA
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
PROBER
SI RINNOVA E LANCIA IN EMILIA ROMAGNA IL PROGETTO “FILIERE BIO 2020”
PROMOSSO DA CONFAGRICOLTURA E CIA, UNA NUOVA PIATTAFORMA DI SERVIZI
RIVOLTI A PRODUTTORI E TRASFORMATORI BIOLOGICI. OBIETTIVO: CRESCERE
Bologna, 16 luglio 2014 –
Domanda in aumento ma produzione ferma al palo. E’ questa, purtroppo,
la fotografia del biologico in Italia. “Per immettere nuova linfa in un
settore che chiede con forza di crescere, la società cooperativa Prober
lancia il progetto “Filiere Bio 2020”: una nuova piattaforma di servizi
rivolti ai produttori e trasformatori biologici dell’Emilia Romagna”. A
dare la notizia Confagricoltura e Cia regionali, che oggi hanno
formalizzato l’entrata nella nuova compagine societaria Prober
s.c.a.r.l.
Il
mercato dei prodotti biologici in Italia è in continua crescita. Nei
primi mesi del 2014 è stato registrato un +17% nella Grande
distribuzione organizzata quasi il 10% nel canale specializzato (dati
Ismea). La Penisola si conferma inoltre prima in assoluto per
esportazione di prodotti biologici, con 1,2 miliardi di euro l'anno.
“L’obiettivo
è far crescere il numero di operatori biologici in regione –
sottolineano le due organizzazioni agricole - stimolando anche l’entrata
di nuovi agricoltori. Vorremmo promuovere il bio anche nelle zone di
pianura più vocate e produttive ove peraltro prevale ancora
l’agricoltura convenzionale e ricreare convenienza economica a farlo
nelle zone svantaggiate”.
L’Emilia
Romagna conta poco meno di 4000 operatori biologici e detiene la
leadership nazionale per numero di imprese di trasformazione e per i
risultati raggiunti nella filiera corta, annoverando ben 417 aziende che
fanno anche vendita diretta (bioreport nazionale 2013).
“Il
progetto “Filiere Bio 2020” nasce per offrire all’operatore biologico
piena assistenza nell’attuazione delle normative e nell’espletamento
delle pratiche burocratiche necessarie (in primis supporto a
certificazione e tracciabilità); per fornirgli indirizzi colturali che
siano finalizzati al territorio e alla collocazione sul mercato; per
sostenerlo nell’accesso ai finanziamenti pubblici. In testa, il
Programma regionale di Sviluppo Rurale che – rimarcano i vertici
regionali di Confagricoltura e Cia - oltre alle domande sulle specifiche
misure dedicate al biologico, sarà fonte di risorse anche per la
consulenza, la formazione, la ricerca e soprattutto i progetti di
filiera, di sistema e di cooperazione”.
Al
fine di garantire e accrescere il reddito delle aziende attraverso la
piena valorizzazione del prodotto, “Prober promuoverà infatti accordi di
filiera e contratti di coltivazione pluriennali, partendo dalla filiera
delle proteiche per supportare la zootecnia bio (con il socio Progeo e
non solo) seguendo poi - nell’ottica della rotazione pluriennale
obbligatoria per le aziende biologiche - con altre colture e filiere
come quella dei cereali alimentari, delle sementi, dell’ortofrutta,
etc”.
“Questo
progetto – concludono Confagricoltura e Cia - mira ad aprire nuovi
canali di accesso al mercato, dando maggior impulso alla vendita
diretta, anche implementando una piattaforma di e-commerce e
sviluppando, in collaborazione con Bovinitaly,
la rete già avviata di “mangiocarnebio” in “mangiotuttobio” attraverso
la partecipazione ai bandi per la ristorazione privata e collettiva;
alla messa in rete delle strutture aziendali e degli agriturismi”.
L’agricoltura biologica in cifre
Con poco meno di 4000 operatori coinvolti nel settore, l'Emilia Romagna è in testa alla classifica delle regioni in quanto a numero di imprese biologiche. Seguono la Toscana e la Lombardia: la maggiore concentrazione di aziende bio per comune al Nord.
L'Emilia Romagna è inoltre tra le regioni che si distinguono per il maggior ammontare di risorse erogate a favore del settore.
Il
mercato dei prodotti biologici in Italia è in continua crescita. Nei
primi mesi del 2014 è stato registrato un +17% nella Grande
distribuzione organizzata quasi il 10% nel canale specializzato (dati
Ismea). Inoltre il valore delle vendite di alimenti biologici ha
superato i 2 miliardi di euro e il Belpaese rappresenta il quarto
mercato per valore dei consumi di alimenti bio all’interno dell’Ue.
Nel 2012 il giro d’affari relativo al consumo dei prodotti biologici nell’Unione Europea è stato pari a 21,8 miliardi di euro. L'Italia si conferma prima in assoluto per esportazione di prodotti biologici, con 1,2 miliardi di euro l'anno.
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