Nomisma: export vini: record storico per l'Emilia Romagna, quinta regione italiana nel 2013
Milano, 2 aprile 2014 - Con
quasi 1,6 miliardi di euro di vino esportato nel 2013, il Veneto non
solo si conferma la prima regione d’Italia per vendite oltre frontiera,
ma allunga le distanze dal diretto inseguitore – il Piemonte – che segue
con 969 milioni di euro. Grazie anche al momento magico che sta vivendo
il Prosecco, l’export di vino veneto è cresciuto del 10% tra il 2012 e
il 2013, una dinamica ben al di sopra della media nazionale (7%). Ad
onor del vero va detto che, in termini percentuali, c’è anche chi ha
fatto meglio. Tra questi, i vini dell’Abruzzo e della Lombardia (+12%
entrambi), mentre per quanto riguarda i vini delle altre grandi regioni
produttrici si registra un +10% dell’Emilia Romagna (giunta al massimo
storico dei 388 milioni di euro), un +9% del Piemonte, un +6% della
Toscana e del Trentino Alto Adige (erroneamente considerato come “unica”
regione dai codici doganali, a dispetto delle enormi diversità non solo
identitarie ma soprattutto vinicole).
Non
mancano anche i segni meno. Il calo più eclatante – sempre nell’ambito
delle principali regioni produttrici - riguarda i vini della Puglia che –
dopo un decennio di crescita ininterrotta e che ha visto l’export
praticamente raddoppiare tra il 2003 e il 2012 – hanno subito un calo
del 21%, retrocedendo così a meno di 100 milioni di euro di vino
esportato (esattamente 96 milioni contro i 122 milioni dell’anno
precedente).
Stabili
e stazionarie le condizioni di Friuli e Sicilia. L’export di vini
friulani viaggia ormai da diversi anni attorno ai 76 milioni di euro,
mentre quello siciliano non riesce ad infrangere la barriera dei 100
milioni, stazionando da tempo attorno ai 99 milioni di euro. Forse un
po’ poco, alla luce delle rilevanti potenzialità che la vitivinicoltura
siciliana esprime e soprattutto della notorietà che questo territorio
detiene nella percezione dei distributori e dei consumatori di tutto il
mondo.
Questo
emerge anche dai risultati della Wine Trend World di Wine Monitor,
survey sugli operatori internazionali, che misura, tra le altre cose, la
brand awareness dei territori vinicoli europei. L’indagine WM ha messo
in luce le principali zone di produzione di vini di successo: ben 6
regioni sono italiane. Tra queste primeggia ancora una volta il Veneto –
che sembra aver ormai conquistato una sorta di leadership nel panorama
dell’export enologico internazionale – seguito nell’ordine da Toscana,
Sicilia, Piemonte, Alto Adige e Puglia.
Oltre
l’80% dell’export di vino italiano è costituito da vini Dop e Igp.
Sebbene la classificazione doganale non permetta di scendere nel
dettaglio di tutte le denominazioni, da quelle esistenti è comunque
possibile desumere spunti e tendenze interessanti su quanto accaduto nel
2013.
Iniziando
dagli spumanti Dop, nel 2013 l’Asti ha raggiunto un export di oltre 173
milioni di euro, un valore in crescita del 16% rispetto all’anno prima.
Tale incremento deriva innanzitutto dal forte recupero delle vendite in
Russia, un mercato che pesa per il 20% sull’export di tale vino e che
dopo la battuta d’arresto del 2012 determinata dalla repentina
“riorganizzazione” delle licenze degli importatori, ha messo a segno un
aumento dell’83%. Senza tralasciare l’apprezzamento che l’Asti suscita
nei consumatori della Lettonia (quarto mercato di destinazione con 14
milioni di euro di esportazioni) e dell’Ucraina, dove l’export è
aumentato rispettivamente del 19% e 41% tra il 2012 e il 2013.
Una
dinamica di crescita ancora più elevata ha interessato la “macro
categoria” degli altri spumanti Dop, al cui interno figura anche il
Prosecco, il principale artefice di quel +26% di valore dell’export che
ha portato tale categoria a superare i 392 milioni di euro di
esportazioni nel 2013 (un valore che se raffrontato ad appena tre anni
prima denota un aumento di ben il 130%!).
Nell’ambito
dei vini fermi Dop, sono i Rossi della Toscana a detenere il primato
delle vendite oltre frontiera, con oltre 500 milioni di export messi a
segno nel 2013. Rispetto all’anno precedente, si tratta di un valore in
crescita del 5% che diventa pari al 25% se raffrontato con il 2010.
Oltre un terzo di questo export finisce negli Stati Uniti.
Tuttavia,
anche in questo caso, la percentuale di crescita più elevata spetta ad
un’altra categoria di rossi Dop e cioè a quelli piemontesi che tra il
2012 e il 2013 hanno aumentato l’export di oltre il 17%. Per questi vini
sono nuovamente gli Stati Uniti il principale mercato di sbocco,
assorbendo circa il 26% delle relative esportazioni, mentre l’aumento
più rilevante in termini percentuali è stato registrato dalla Svizzera
(+54%), dove l’export – sempre tra il 2012 e il 2013 - è passato da 10 a
16 milioni di euro.
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