Maltempo, prima stima: danni per 54 milioni di euro
Bologna, 3 febbraio - “Il sottosegretario Martina ha riconosciuto oggi la
specificità nazionale dell’emergenza che stanno vivendo i territori
modenesi, colpiti dall’alluvione, dopo il terremoto del 2012. Questo
riconoscimento è per noi un punto di partenza molto importante.
Proprio in ragione di questa peculiarità il sottosegretario ha
confermato l’impegno del Governo per arrivare a una soluzione condivisa
per il riconoscimento di tutti i danni, così come richiesto dal
presidente della Regione Vasco Errani”. Questo il commento dell’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni che oggi ha partecipato a Modena a un incontro con il sottosegretario alle politiche
agricole Maurizio Martina per fare il punto insieme
alle Istituzioni locali, ai Parlamentari e alle organizzazioni
agricole, sui danni all’agricoltura che la grave ondata di maltempo ha
provocato nei territori della bassa modenese. “Senza nulla togliere
alla gravità della situazione che, a causa delle avversità climatiche,
si è verificata in altre parti del Paese – spiega Rabboni – è evidente
che quello modenese è una caso che presenta caratteristiche di
assoluta unicità. Ciò vale in particolare proprio per il comparto
agricolo, il settore produttivo più colpito dall’alluvione. Una prima
stima dei danni, si aggira, considerando sia le
perdite produttive sia i danni ai fabbricati rurali residenziali e
produttivi, intorno ai 54 milioni di euro”.
MALTEMPO: IL 40 PER CENTO IN EMILIA ROMAGNA VIVE CON PAURA DISASTRI
L’ABBANDONO MONTAGNA (–37.000 AZIENDE) AUMENTA RISCHIO FRANE E ALLUVIONI
Tra
terremoto, alluvioni, frane, perfino trombe d’aria, le catastrofi
naturali hanno segnato profondamente i cittadini dell’Emilia Romagna che
per il 40 per
cento vivono con la paura per la devastazione degli edifici causata dai
terremoti, per il 27 per cento temono le frane e l’erosione dei terreni
e per il 29 per cento sono preoccupati dallo straripamento dei corsi
d’acqua. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti/Censis
dalla quale si evidenzia il profondo stato d’ansia causato dalle
recenti calamità tra la popolazione emiliana. A distanza di quasi due
anni dal terribile terremoto che con morti e distruzione ha sconvolto la
vita di una intera popolazione, gli emiliano romagnoli
si ritrovano a fare i conti con un’alluvione e con centinaia di
movimenti franosi nelle aree collinari e montane.
Con
i cambiamenti climatici in atto – sottolinea la Coldiretti – è sempre
più urgente investire nella prevenzione. I cittadini dell’Emilia Romagna
si trovano
a fare i conti con una continua emergenza idrogeologica che porta il 36
per cento dei cittadini interpellati a dichiarare – secondo la ricerca
Coldiretti/Censis – di essere pronto a finanziare di tasca propria un
fondo di tutela dai danni dovuti a fenomeni
naturali.
Il
95 per cento dei comuni dell’Emilia Romagna ha almeno una parte del
territorio soggetto a rischio idrogeologico per le frane e le alluvioni
e, secondo
l’analisi della Coldiretti, sono 313 i comuni interessati. Una
situazione favorita dall’abbandono dell’attività agricola soprattutto
nelle aree marginali dove è più importante la presenza degli uomini per
la salvaguardia del territorio.
Infatti
tra il 1990 e il 2010 l’Istat ha rilevato una vera e propria fuga dalla
collina e dalla montagna dell’Emilia Romagna. Secondo le elaborazioni
di Coldiretti
regionale sui dati del censimento agricolo Istat, in venti anni le
aziende agricole delle zone collinari e montane si sono più che
dimezzate, passando dalle oltre 64 mila dell’inizio degli anni Novanta
alle 27.420 del 2010.
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