Parmigiano da esportazione, i risultati 2013 presentati a Bologna

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Punta sull'export il Consorzio del Parmigiano Reggiano, che ha presentato martedì 28 gennaio a Bologna i risultati di gestione del 2013, caratterizzati da un incremento del 5% delle esportazioni.
Grande affluenza della stampa specializzata per l'occasione, con Arga e Unaga rappresentate ai massimi livelli. Per l'Unaga era presente il segretario generale Roberto Zalambani, per Arga Interregionale la presidente Lisa Bellocchi e per Arga Emilia Romagna il presidente Emilio Bonavita.


(Bologna, 29 gennaio 2014) Calo della produzione dello 0,85% e delle giacenze del 4,3%, buona tenuta dei consumi interni, export ancora in forte crescita (+5%), quotazioni in lieve flessione su base annua e in netta ripresa negli ultimi cinque mesi: è segnato da questi valori il consuntivo 2013 del Parmigiano Reggiano, che nel corso dell’anno ha superato pressoché interamente anche le drammatiche conseguenze del terremoto del maggio 2012.

“Sul versante delle quotazioni –  spiega il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai – abbiamo vissuto un 2013 a due velocità. La media annua dei prezzi all’origine, che si è attestata a 8,74 euro/kg, con una flessione del 4,2% rispetto al 2012, nasce infatti da quotazioni che nei primi sette mesi si sono mantenute largamente al di sotto di quelle del 2012 (la media del periodo è stata pari a 8,60 Euro/kg), mentre da agosto si è via via consolidata una ripresa che nel mese di dicembre ha fatto segnare il migliore risultato dell’anno (9,05 euro/kg), ulteriormente confortato dalle quotazioni della Borsa comprensoriale (che ha sede a Parma), che in quest’avvio di 2014 hanno segnato punte massime di 9,40 euro/kg e con minimi mai al di sotto dei 9 euro/kg”.
Buone anche le prospettive future, grazie anche a giacenze in calo (-4,3% nel 2013), alla flessione produttiva (3.279.156 forme prodotte nel 2013 contro 3.307.221 del 2012), alle difficoltà di prodotti similari d’importazione che cozzano contro un elevato prezzo del latte a livello mondiale, al superamento delle difficoltà legate al terremoto 2012, alla forte crescita dell’export e alla buona tenuta dei consumi interni (-1% le vendite nella GDO, compensate dall’incremento delle vendite dirette dei caseifici).
Oggi – prosegue il presidente del Consorzio – il nostro primo obiettivo è dare stabilità ai redditi dei produttori e da questo punto di vista riteniamo che proprio il 2013 sia stato un anno di svolta per il Parmigiano Reggiano, grazie all’adozione di quel “Piano di regolazione dell’offerta” che lega il nostro sistema, e individualmente ciascuno dei suoi 3.500 allevatori, ad un governo della produzione (3.250.000 le forme previste per il 2014) che ne sancisce un più diretto legame con il territorio ed il mercato”.
Il barometro sembra dunque volgere al bello per il Parmigiano Reggiano e tra i segnali migliori si collocano ancora quelli provenienti dai mercati esteri.
“Nel 2013 – sottolinea il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti – sui mercati esteri sono state collocate 45.800 tonnellate e grazie a questo rilevante incremento è salita al 34% (e raddoppiata in cinque anni) la quota di prodotto destinato all’export”.
E qui si innesta uno dei grandi obiettivi del Consorzio: “per il 2020 – afferma Deserti – puntiamo a portare la quota delle esportazioni al 50% sul totale”.
Un’affermazione internazionale, unita al buon andamento dei consumi interni, che sarà sostenuta dai nuovi rilevanti investimenti programmati dal Consorzio, che per il 2014 mette in campo 13,7 milioni di euro equamente suddivisi su Italia ed estero.

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