Barilla e la filiera corta. Firmato accordo storico per grano e zucchero
Parma – 10 Gennaio 2014 – Barilla e COPROB
(Cooperativa Produttori Bieticoli e principale produttore di zucchero italiano,
commercializzato con il marchio Italia Zuccheri) hanno firmato oggi un protocollo
di intesa per un accordo orizzontale tra le filiere, il primo nel suo genere
in Italia.
L’accordo s’inserisce nel Progetto Filiere
Integrate di Barilla per promuovere collaborazioni di tipo orizzontale nel sistema
agroalimentare italiano, favorendo la competitività del sistema. Sarà promossa la
massima integrazione tra le filiere del grano duro e dello zucchero in diverse
aziende del Nord Italia, un primo passo di un progetto che prevede sviluppi con
altre filiere.
L’accordo consente di sviluppare ulteriormente la
pratica della rotazione delle colture, coniugando tradizione e innovazione
per ottenere una resa migliore per gli agricoltori, oltre a costi di produzione
e un impatto ambientale più contenuti. In particolare i Soci di COPROB
saranno accompagnati in un percorso almeno triennale di assistenza tecnica al
ricorso alle tecnologie di ultima generazione, con notevoli vantaggi in termini
di sostenibilità ed efficienza.
“La firma del
protocollo di intesa per la collaborazione orizzontale con la filiera dello
zucchero è un passo molto importante verso quella che possiamo definire una
rivoluzione agricola sostenibile che Barilla ha iniziato a immaginare già negli
anni ‘90’ ” ha spiegato Luca Ruini, Responsabile Ambiente e Sicurezza di
Barilla.
“Il Progetto Filiere Integrate è in continua evoluzione. Barilla è in contatto
con i principali operatori agroalimentari che hanno intrapreso un percorso di
sostenibilità ambientale simile al nostro, per lo sviluppo di future attività
congiunte e sinergiche al fine di rendere il sistema agricolo italiano più
competitivo verso i sistemi agricoli di altri paesi.”
L’intesa mette in pratica quanto emerso con
l’iniziativa “Campi Aperti”, la
sperimentazione condotta in Italia tra il 2011 e il 2013 sui campi di
numerose aziende italiane fornitrici di grano di Barilla. L’avvicendamento
colturale con rotazioni di cereali, leguminose, proteoleaginose e orticole ha consentito
di produrre un grano duro di alta qualità migliorando la fertilità del terreno,
incrementando la biodiversità, riducendo l’impatto ambientale e incrementando
il valore economico per gli operatori della filiera italiana.
L’accordo attribuisce ai Soci di COPROB che integrano la coltivazione del
grano duro con quella della barbabietola da zucchero il diritto a inserire
entrambe le proprie produzioni all’interno di filiere guidate da contratti di
coltivazione sottoscritti dalle aziende firmatarie, che vanno a premiare le
pratiche di sostenibilità adottate.
“COPROB prosegue le
azioni a sostegno della filiera integrata dello zucchero italiano, proiettando
verso il futuro la produzione nazionale” afferma
Claudio Gallerani, Presidente di COPROB. “Produzione nazionale che richiede anche la volontà delle Istituzioni e scelte consapevoli e responsabili
dei consumatori a favore di uno zucchero nazionale e di qualità”. “Dal 2004” prosegue Claudio Gallerani “abbiamo valorizzato
tutta la nostra produzione come ‘zucchero 100% italiano’ così che Italia
Zuccheri si è affermata, negli ultimi dieci anni, per la fornitura dell’unico
zucchero certificato italiano. La nostra forza risiede proprio negli oltre
5.700 agricoltori italiani soci della Cooperativa che ci consentono di produrre
oltre il 60% dello zucchero italiano destinato ai consumatori, agli artigiani e
all’industria alimentare del Made in Italy. COPROB e Italia Zuccheri hanno sposato
questo progetto di collaborazione con Barilla perché l’assistenza continua agli
agricoltori nella scelta delle migliori pratiche è da sempre parte integrante
della nostra responsabilità sociale e ambientale”.
L’obiettivo finale del Progetto Filiere Integrate orizzontale è
permettere agli operatori agricoli di sviluppare un sistema di
avvicendamento colturale sostenibile senza sprechi produttivi. Questo risultato è possibile grazie all’integrazione dei
metodi tradizionali di coltivazione con le tecnologie di ultima generazione di granoduro.net,
un sistema web sviluppato da Horta - spin off dell’Università cattolica
di Piacenza e partner di Barilla - in grado di fornire informazioni agli operatori
agricoli in ogni fase del ciclo di coltivazione.
L’adozione di corretti avvicendamenti e l’utilizzo di
sistemi di supporto delle decisioni hanno ridotto fino al 30% le emissioni
di CO2 e i costi di produzione.
“Grazie alla sperimentazione condotta da
Barilla per due anni sulla coltivazione del grano duro,” – spiega
Michele Zerbini, Responsabile acquisti e del progetto di sostenibilità del
grano duro in Italia “abbiamo capito che era di fondamentale importanza
trovare partner che condividessero i nostri valori e i nostri obiettivi per
poter offrire all’agricoltore un più ampio ventaglio di soluzioni per rendere
più sostenibile il sistema agricolo nel nostro paese”.
Bologna - Una filiera interamente emiliano-romagnola, dalla terra alla tavola, per una prodotto di eccellenza del made in Italy quale è la pasta. E’ stato firmato a Bologna l’accordo per la fornitura al Gruppo Barilla di grano duro di alta qualità coltivato in Emilia-Romagna. L’intesa, valida per la campagna cerealicola 2013-2014, prevede un quantitativo di circa 95 mila tonnellate, pari a una superficie di 16 mila ettari e, tra le novità, un decalogo di sostenibilità introdotto da Barilla.
“Con questa intesa diamo certezze preventive di prezzo, qualità e quantità sia ai produttori che alla Barilla - spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – Ciò significa dare stabilità a un comparto importante del made in Italy. D’altra parte quello odierno è l’ottavo rinnovo consecutivo: la migliore dimostrazione della validità di questa iniziativa. Lavoriamo per estenderla anche ad altre filiere. Il futuro dell’agricoltura sta qui”.
L’accordo quadro, è stato firmato oggi a Bologna - alla presenza dell’assessore Rabboni - da Luca Virginio, responsabile relazioni esterne per il Gruppo Barilla; Roberto Biribin della Società Produttori Sementi di Bologna in rappresentanza dell’industria sementiera e, in rappresentanza della parte agricola, da Alberto Stefanati (Grandi Colture italiane), Raimondo Ricci Bitti (OP Cereali), Ivan Cremonini (CerealCap), Paolino Fini (OP Capa Ferrara).
Partito nel 2005, per iniziativa dell’assessorato regionale all’Agricoltura, l’accordo ha permesso in questi anni di fare dell’Emilia-Romagna uno dei poli di eccellenza nazionali, sia per le rese ad ettaro che sotto il profilo qualitativo, della produzione di grano duro. Un risultato tanto più importante se si considera la forte dipendenza dall’estero dell’Italia in questo settore: a fronte di un fabbisogno da parte dell’industria molitoria nazionale di circa 5,5 milioni di tonnellate di frumento duro, la produzione interna media degli ultimi anni è stata intorno ai 3,5 milioni di tonnellate. In Emilia-Romagna grazie all’accordo di filiera con il Gruppo Barilla si è verificato un importante rilancio delle superfici. Il tutto in un mercato dei cereali soggetto ormai da diversi anni a forti tensioni internazionali sotto il profilo dei prezzi, con ripercussioni sull’intera filiera.
“Per Barilla questo è un giorno di festa perchè acquistiamo grano e per di più emiliano-romagnolo – ha sottolineato Luca Virginio di Barilla – si tratta di un’esperienza che è un po’ la nostra punta di diamante e non solo a livello nazionale. Per noi infatti è fondamentale assicurare la qualità costante nel tempo del nostro prodotto e questo possiamo farlo solo attraverso contratti a medio-lungo termine”.
Raimondo Ricci Bitti, dell’Op Cereali, ha ricordato l’importanza “del decalogo di sostenibilità di Barilla. Esso si affianca al disciplinare di produzione definito dalla Regione che fin dall’inizio di questa esperienza rappresenta la vera base di attività dei nostri agricoltori e centri di stoccaggio. Si tratta di novità che nel corso del tempo porteranno a cambiare lo stesso approccio delle aziende agricole”.
Cosa prevede l’accordoL’accordo quadro coinvolge l’intera filiera di produzione del grano duro per garantire la programmazione della produzione e delle consegne e fare del prodotto coltivato in regione un’alternativa competitiva ai grani di importazione. Molteplici i vantaggi: un’adeguata remunerazione per gli agricoltori, una materia prima di qualità per la pasta Barilla, maggior rispetto per l’ambiente.
Tra le novità dell’intesa 2013-2014: una semplificazione del meccanismo di fissazione dei prezzi di compravendita e l’inserimento di un decalogo di sostenibilità elaborato da Barilla per migliorare l’impatto ambientale della coltura favorendo nel contempo la sua resa quanti-qualitativa. Le indicazioni del decalogo, si integrano e si completano con quelle già messe in pratica dal disciplinare di produzione della Regione Emilia-Romagna. Il contratto quadro prevede in particolare l’impegno a utilizzare principalmente determinate varietà (Normanno, Odisseo, Levante e Saragolla) adatte all’utilizzo nell’industria pastaria poiché in grado di fornire una qualità di glutine con caratteristiche superiori a quelle della media italiana. Due le modalità per stabilire il prezzo di vendita: una quota legata al prezzo di mercato della Borsa merci di Bologna, con premialità in funzione della qualità, e un’altra legata al prezzo fisso. Sono inoltre stabiliti meccanismi premianti in funzione delle modalità di produzione e conservazione dei grani.
Nel dettaglio, il contratto quadro si articola in singoli accordi firmati dal Gruppo Barilla e dai fornitori. A loro volta questi ultimi – OP Cereali, OP Grandi Colture Italiane, OP Capa Ferrara, CerealCap - stipulano con i singoli agricoltori soci gli impegni di coltivazione, con le specifiche tecniche e le opzioni di valorizzazione del grano duro.
La Società Produttori Sementi di Bologna, selezionatrice e costitutrice delle varietà identificate dal disciplinare, sviluppate con un’ attività di ricerca e sperimentazione in parte sostenuta anche dalla Regione, fornisce gran parte del seme necessario alle coltivazioni.
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