Il Gruppo Coprob punta sulle agroenergie
Il
Gruppo COPROB, leader italiano nel settore bieticolo saccarifero con il 65%
della produzione nazionale e il 23% della quota di mercato dello zucchero, diversifica
il proprio business e punta sulle agroenergie. “Negli ultimi cinque anni –
dichiara il direttore agricolo, Marco Marani – in collaborazione con la società
di ricerca Beta abbiamo sviluppato una importante sperimentazione agronomica,
su una superficie di oltre 800 ettari, finalizzata al perfezionamento di una efficiente
filiera produttiva dedicata soprattutto alla coltivazione del sorgo da fibra per
fini energetici”. “Gli investimenti – prosegue Marani – si sono concentrati
sull’individuazione delle varietà migliori, sull’approfondimento delle pratiche
agronomiche più idonee al territorio modenese e sulla definizione della filiera
agromeccanica. A questo proposito, sono state sviluppate le migliori tecnologie
di raccolta con la realizzazione di attrezzature specifiche in collaborazione
con il CRA/ING (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura) e
con le principali aziende del settore”.
“I
risultati ottenuti (presentati in occasione di una giornata di campagna
organizzata a Crevalcore, in provincia di Bologna, alla presenza di oltre 200
operatori agricoli) – prosegue Marani – sono decisamente positivi e
consentiranno di ottenere una produzione interessante di biomasse agricole per
alimentare la centrale che sorgerà a Finale Emilia (Mo) dalla riconversione
dell’ex zuccherificio chiuso nel 2006 in seguito alla riforma europea del
mercato dello zucchero”. Un investimento di oltre 60 milioni di euro che sarà
realizzato da COPROB in partnership con Enel Green Power e darà vita ad un
impianto in grado di garantire una produzione di 12,5 MWe di energia elettrica.
Energia che oltre ad essere “pulita”, in quanto
ottenuta da biomasse di origine agricola, sarà anche a “filiera corta”:
le coltivazioni si concentreranno infatti in un bacino di aziende agricole distanti
al massimo 50 chilometri dalla centrale di Finale Emilia e dislocate nelle
province di Modena, Bologna e Ferrara.
“Oltre
che dal punto di vista ambientale – sottolinea Marco Marani – il progetto si
presenta interessante anche sotto il profilo economico e permette di
valorizzare il territorio sia incoraggiando le coltivazioni energeticamente più
utili sia sfruttando al meglio i residui di attività produttive preesistenti. Saranno
ben 1.000 le aziende agricole coinvolte per la coltivazione del sorgo da fibra, che salgono a quota 2.500
se si considerano anche quelle che forniranno sottoprodotti dell’agricoltura
alla centrale di Finale Emilia, per un volume d’affari complessivo di circa 7,2
milioni di euro legati ai soli prodotti agricoli a cui si aggiungono un
fatturato di 1 milione di euro per il trasporto e un giro d’affari di 1,8
milioni di euro per i terzisti”.
“Il
progetto di riconversione dell’ex zuccherificio di Finale Emilia – dichiara il
presidente di COPROB, Claudio Gallerani – rappresenta il punto di arrivo di un
lungo percorso realizzato attraverso un intenso dialogo con le istituzioni, i
cittadini e i soci, e costituisce il battesimo di una nuova filiera, quella
agroenergetica, che si affianca al core business del nostro Gruppo”.
“La
centrale – conclude Gallerani – sarà operativa dal 2015 e ogni anno sarà
rifornita da quasi 100.000 tonnellate di biomassa agricola (sorgo da fibra e
sottoprodotti di altre lavorazioni agricole quali stocchi, paglie e potature) tenendo
in funzione l’impianto poco meno di 8.000 ore per una produzione complessiva di
50 Mwh di energia termica e di 12,5 Mwe di energia elettrica”.
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