Parmigiano Reggiano in Russia, lotta ai falsi e raddoppio dell'export
Contraffazioni russe di Parmigiano Reggiano Dop
“Ora il nome
Parmigiano Reggiano potrà finalmente essere pienamente tutelato anche nel
territorio della Federazione Russa, sia nell’interesse dei produttori, sia dei
consumatori di quel Paese”. Così Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del
Parmigiano Reggiano, commenta la decisione delle autorità russe di accogliere
la registrazione del Parmigiano Reggiano come Denominazione di Origine su tutto
il territorio della Federazione Russa, ottenuta il 19 giugno scorso e
pubblicata sul Bollettino Ufficiale del Servizio federale di proprietà
intellettuale il 12 luglio 2013.
“Nella Federazione
Russa – spiega Deserti - la disciplina sulle denominazioni di origine è
prevista nell’ambito del Codice Civile, nel quale è interamente trattata tutta
la materia della proprietà intellettuale. Ora, grazie alla registrazione, il
Consorzio potrà attivarsi per impedire l’uso improprio della denominazione di origine
“Parmigiano Reggiano” secondo il quadro di protezione previsto”.
Il vento che soffia
sulle imitazioni e contraffazioni nella Federazione Russa è però ancora più
gelido. “La norma che consente la
protezione è infatti estesa ad una serie di casistiche che spesso sono
utilizzate dai contraffattori per utilizzare la fama del “Parmigiano Reggiano”
per vendere il loro formaggio. In alcun modo, ad esempio, sarà possibile l’uso
di un nome geografico legato al Parmigiano-Reggiano (es. Parma, Reggio Emilia),
così come sono vietate le traduzioni –
il che consente di intervenire se il termine originale è scritto nella lingua
russa secondo l’alfabeto cirillico – e l’utilizzo
in connessione con termini come "genere", "tipo",
"imitazione" e simili, comprendendo anche il caso in cui l’uso di una
denominazione simile possa indurre in errore i consumatori riguardo al luogo di
origine e le proprietà particolari di tale prodotto.
“Si tratta di una
protezione ampia – continua Deserti – sostanzialmente analoga a quella che le
norme definite dall’Organizzazione Mondiale dei Commercio impongono soltanto
per le Indicazioni Geografiche dei vini e degli spiriti, ed è su questa base
che puntiamo a mettere al riparo i produttori di Parmigiano Reggiano da
pratiche illegittime e, nel contempo, permettere ai consumatori russi di
compiere scelte trasparenti e consapevoli”.
“Il risultato
ottenuto – prosegue Deserti – è particolarmente importante alla luce della
rapida crescita economica che sta connotando la Federazione Russa, nell’ambito
della quale le possibilità di crescita del nostro export è dimostrata,
paradossalmente, dai numerosi fenomeni di contraffazione e usurpazione che abbiamo già intercettato nei mesi scorsi”.
“Insieme ad una più
serrata ed efficace lotta alle frodi – prosegue il direttore del Consorzio di
tutela del Parmigiano-Reggiano – possiamo dunque puntare ad un deciso slancio degli investimenti delle imprese esportatrici e dello
sviluppo dell’export di Parmigiano Reggiano”.
“Nel quadro di un
mercato estero che per il Parmigiano Reggiano rappresenta 43.500 tonnellate,
pari a un terzo della produzione annua,
il mercato russo presenta grandi potenzialità; già oggi – ricorda Deserti - sono 26 le ditte
esportatrici di Parmigiano Reggiano che hanno ottenuto l’autorizzazione
all’export nella Federazione Russa, mentre l’export si attesta a circa 10.000
forme, pari ad un valore di 5 milioni di
euro”. “Cifre ancora contenute – conclude Deserti, ma che sono raddoppiate dal
2007 ad oggi e che in pochi anni contiamo di raddoppiare nuovamente,
raggiungendo i consumatori russi sia
attraverso i canali specializzati in prodotti italiani di qualità, sia
attraverso la grande distribuzione”.
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