I 40 anni del caseificio Pieve di Roffeno festeggiati da Arga Interregionale
Tiberio Rabboni, assessore regionale all'Agricoltura, al tavolo dei relatori con Giancarlo Roversi, curatore del libro sui 40 anni del caseificio Pieve di Roffeno
“Oggi lo vedete così, ma 40 anni fa
qui non c'era nulla, nemmeno luce e acqua”. Dario Zappoli ha
fotografato così il lungo ed eroico viaggio del Caseificio Sociale
Santa Lucia, partito dal nulla e giunto all'importante traguardo dei
40 anni di storia. L'evento è stato festeggiato sabato 27 aprile con
la presentazione di un volume, “L'oro bianco di Pieve Roffeno”,
curato da Giancarlo Roversi, giornalista e scrittore associato Arga,
con i contributi di altri sei autori (tra i quali il presidente di
Arga Emilia Romagna, Emilio Bonavita) e la presentazione scritta
dall'assessore regionale all'Agricoltura, Tiberio Rabboni, anch'egli
presente nell'occasione. La presentazione si è tenuta nella
trecentesca Abbazia di Santa Lucia.
Arga Interregionale ha organizzato per
l'occasione un evento, in collaborazione con il caseificio Pieve di
Roffeno, a cui hanno partecipato oltre trenta colleghi specializzati
e qualificati.
“Il caseificio – ha ricordato
Roversi, introducendo i numerosi interventi che sono seguiti – è
una realtà teoricamente sbagliata, in quanto sorto in una zona non
adatta a questo tipo di insediamento. A Pieve di Roffeno infatti
esistono pochi appezzamenti e mancano i grandi pascoli per allevare
bovini. A suo vantaggio è andato l'obbligo di operare senza alcun
intervento chimico, per non inquinare le falde dell'acqua Cereglia.
Così i terreni sono rimasti puri e tuttora offrono un foraggio da
cui ricavare un latte eccellente per la produzione di Parmigiano
Reggiano. L'impresa è riuscita grazie alla tenacia della nostra
gente di montagna, abituata a superare tutti gli ostacoli che una
natura ingrata poneva loro. È stata una partita vinta in una terra
sbagliata. Una realtà che fa onore alla nostra provincia e regione”.
Tanta gente all'interno dell'Abbazia di Pieve di Roffeno per l'appuntamento con la presentazione del libro
Dario Zappoli, presidente della
cooperativa che gestisce il caseificio, ha sottolineato il peso che
oggi ha questa attività nell'economia del territorio, nel cuore
dell'Appennino bolognese. “Ora – ha affermato – creiamo un
certo benessere per zone che, dal punto di vista economico, non hanno
molto altro da offrire alla popolazione”. Una conferma giunge dal
sindaco in carica di Castel d'Aiano, Salvatore Argentieri: “Lo
definirei un tassello molto importante nella nostra storia, fatta di
gente semplice che ha tanto lavorato per mantenimento e lo sviluppo
del territorio. Vedere oggi cooperative, gente che ha voglia di fare
e impegnarsi., è un esempio per tutti noi. Si tratta di un
patrimonio che tutti quanti noi andremo a difendere e, nel limite del
possibile, sostenere, dando quell'aiuto di cui agricoltura ha
bisogno. Ha aggiunto il suo predecessore, Giorgio Chiari: “C'erano
parecchie perplessità nel creare in questa zona, che era
completamente abbandonata, una sede aziendale. Ricordo che ci
riunivamo nei bar e, alla fine degli incontri, le decisioni venivano
prese, contrariamente a quanto spesso accade oggi”.
L'intervento dell'assessore Rabboni ha
avuto come oggetto la centralità delle persone e del loro lavoro ai
fini di una storia aziendale di successo. “Sono le persone a fare
la differenza – ha affermato il responsabile dell'agricoltura
regionale – anche in un contesto così difficile come quello
dell'impresa agroalimentare in montagna”. Rabboni ha citato i dati
dal censimento 2010: in dieci anni, nell'Appennino
emiliano-romagnolo, il 45% delle imprese agricole ha cessato
l'attività, con una perdita secca del 21% della superficie agricola.
“L'esperienza di Santa Lucia ci dice che invece esistono scelte che
consentono di far reddito”. Quali i segreti di questo successo?
Rabboni ne ha individuati tre: a) lavoro di squadra; b) legame tra
impresa e territorio; c) visione di mercato tesa non soltanto a
produrre una buona materia prima, ma anche a gestire la sua
trasformazione e distribuzione del prodotto finito, espressione di
una tipicità. “Girando l'Emilia Romagna da Piacenza a Rimini –
ha commentato l'assessore – devo dire che se c'è una persona che
più di altre incontro nelle manifestazioni dedicate ai prodotti di
qualità, quella persona è proprio Dario Zappoli, alla costante
ricerca di canali distributivi di fascia medio/alta, che siano
remunerativi. Zappoli in questo senso è uomo di marketing moderno”.
Rabboni ha concluso l'intervento indicando in Santa Lucia un “esempio
positivo, da studiare e da seguire” e sottolineando l'impegno della
Regione Emilia Romagna per la tutela e il sostegno dei prodotti
agricoli della montagna, anche in prospettiva europea di approvazione
della nuova Pac. “Il mercato dei prodotti agricoli della montagna
non può essere quello della pianura, non c'è gara. Noi stiamo
giocando al tavolo della Pac una battaglia affinché chi lavora nel
territorio di montagna sia riconosciuto come operatore da sostenere.
Andiamo verso un aiuto diretto annuale abbastanza significativo, tale
da sopperire gli svantaggi iniziali di chi opera in aziende di alta
quota”.
L'intervento di Roberto Zalambani
L'intervento di Roberto Zalambani
Tra gli altri interventi, Emilio
Bonavita, presidente di Arga Emilia Romagna, ha sottolineato le
intuizioni di Dazio Zappoli per la salvaguardia dei prodotti tipici
della montagna bolognese, a cominciare dall'apertura del punto
vendita del caseificio, ormai diventato un vero e proprio showroom di
queste tipicità. Roberto Zalambani, segretario nazionale Unaga, ha
infine ricordato la disponibilità del titolare nei confronti della
categoria “senza mai chieder nulla in cambio. Oggi, con la
necessità di fare costantemente informazione per essere aggiornati
sugli argomenti di cui scriviamo, credo che in questo territorio, a
partire proprio dal caseificio Pieve di Roffeno, ci siano molte
opportunità per osservare come si lavora bene sul campo”.
Alla fine degli interventi, un gustoso
pranzo “giornalistico/sociale” a base di prodotti e vini della
montagna, con protagonisti principali i formaggi prodotti dal
Caseificio Pieve di Roffeno, tra cui naturalmente il
Parmigiano-Reggiano, di cui l'azienda è produttore consorziato.
0 commenti